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Questo articolo è stato pubblicato il 01 maggio 2013 alle ore 06:41.

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MILANO
Giudizio immediato per Giuseppe Orsi e per Bruno Spagnolini, rispettivamente ex presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, ed ex ad di Agusta Westland, accusati di corruzione per la vicenda della vendita al governo indiano di 12 elicotteri AW 101. Lo ha chiesto il pm Eugenio Fusco, che ricopre pro tempore il ruolo di procuratore capo di Busto Arsizio e che ha ereditato l'inchiesta dai colleghi napoletani Vincenzo Piscitelli e John Henry Woodcock. Fusco, nella richiesta, ha anche indicato come parti offese il Ministero dell'Economia italiano e il Governo indiano, che in caso di dibattimento potranno costituirsi parti civili. L'istanza verrà esaminata entro il 4 maggio prossimo dal Gip bustocco Luca Labianca. Sempre il 4 maggio prossimo scadrà il periodo di custodia cautelare di Orsi, detenuto in carcere dal febbraio scorso, mentre per Spagnolini, la fine del periodo di carcerazione preventiva è prevista per il 12 maggio. Perché il pm possa richiedere il giudizio immediato che fa "saltare" l'udienza preliminare con l'effetto di andare direttamente in dibattimento, occorrono tre elementi concomitanti: che la domanda del pm giunga al Gip entro i novanta giorni dalla notifica agli indagati della notizia di reato, che il pm abbia chiesto di interrogare gli indagati (indipendentemente dalla loro scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere) e, ultimo elemento, che sussistano evidenti elementi di prova. Dunque Fusco ritiene di avere raggiunto riscontri sufficienti per saltare la fase preliminare e chiedere di andare a giudizio senza indugi.
Nessun commento dal legale di Orsi, Ennio Amodio che, prima di pronunciarsi, preferisce attendere la decisione del giudice per le indagini preliminari. La vicenda trae origine dalle dichiarazioni rese dall'ex capo delle relazioni esterne di Finmeccanica Lorenzo Borgogni, e in seguito rafforzate da quelle dall'intermediario svizzero Guido Ralph Hashcke. Riguardava un deal da 556 milioni di euro per la vendita al governo indiano di 12 elicotteri modello AW101 nella loro versione Vip, destinati ai notabili dello Stato Indiano.
Una commessa il cui capitolato tecnico sarebbe stato manipolato grazie all'intervento dell'allora comandante dell'Air Force indiana, il maresciallo dell'aria Sashi Tyagi attraverso contatti stretti tra Haschke, un altro intermediario britannico, Christian Mitchell, e alcuni familiari del maresciallo. In dettaglio, grazie ai presunti favori del militare (che ha sempre negato ogni coinvolgimento nella vicenda) la quota massima operativa degli elicotteri sarebbe stata "limata" dai venti mila piedi previsti in origine dal bando, a 15mila. Questo per consentire agli elicotteri italiani di poter partecipare all'asta competitiva, poi vinta. Proprio queste modifiche avrebbero portato – secondo le tesi dell'accusa – all'esborso di tangenti per una cinquantina di milioni.
Nel corso delle indagini, portate avanti dal Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri comandato dal colonnello Sergio Di Caprio, si sarebbe accertato che almeno 20 milioni sarebbero stati dirottati grazie a un giro di false fatture emesse da una società tunisina: la Ids Tunisia e da una indiana, la Ids India. Le fatture sarebbero state addebitate ad Agusta Westland per l'acquisto di software per strumentazione per la riproduzione tridimensionale da montare su elicotteri che, però, sarebbero stati di modello diverso rispetto a quelli ceduti al governo indiano. Il denaro sarebbe poi transitato in vari passaggi attraverso intermediari e fiduciari localizzati alle Mauritius, per finire a Singapore. Per approdare alle destinazioni finali. False fatture – sospettano i Pm – emesse per sporcare denaro pulito, e farlo uscire dai bilanci dell'azienda. Ed è proprio per questa ragione che agli indagati è stato contestato il reato di frode fiscale. Non contestato dai magistrati bustocchi, a differenza dei colleghi di Napoli, invece, il riciclaggio. E il motivo è semplice: in Italia non è prevista la fattispecie di autoriciclaggio. In altri termini: se coloro che commettono il delitto sono i medesimi soggetti che ripuliscono o tentano di ripulire, il provento del medesimo delitto, questi ultimi non sono perseguibili. Quanto alla scarcerazione di Orsi e Spagnolini, decisa soprattutto per i timori di inquinamento delle prove più che per un concreto pericolo di fuga, i tempi dovrebbero essere quelli indicati: 4 maggio per Orsi e 12 maggio per Spagnolini.
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