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Questo articolo è stato pubblicato il 03 maggio 2013 alle ore 12:36.

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Nella foto una donna arriva entra in un seggio elettorale in uno chalet a Dymchurch, nel sud dell'Inghilterra (Reuters)Nella foto una donna arriva entra in un seggio elettorale in uno chalet a Dymchurch, nel sud dell'Inghilterra (Reuters)

LONDRA (Dal nostro corrispondente) - Si fa presto a dire voto di protesta, quella che sta prendendo forma in Gran Bretagna promette di essere una rivoluzione capace di cambiare la geografia politica di un Paese da sempre regolato dalla legge del pendolo. Sul bipartitismo Tory-Labour si sta abbattendo oggi, come mai prima d'ora, lo United kingdom independence party, formazione eurofoba con intonazioni xenofobe.

È in corso lo spoglio del voto amministrativo su un largo campione di autorità locali e consigli di contea e lo Ukip veleggia verso il 26% del consenso su base nazionale. Difficile dire se terrà fino al termine dello scrutinio, ma comunque vada è il più grande successo del partito di Nigel Farage in elezioni politiche nazionali o amministrative. E per converso si profila la più scottante sconfita per i Tory: lo spostamento del supporto dai conservatori all'Ukip è infatti evidente. Se ne è avuta provata certa nelle elezioni suppletive di South Shields che questa mattina hanno assegnato, come largamente previsto, a un laburista il seggio lasciato da David Miliband. Secondo partito s'è attestato lo Ukip con un quarto dei voti espressi.


A decretare il successo crescente del partito di Nigel Farage è la politica fermamente antieuropeista dello Ukip, estremamente popolare grazie alla crisi dell'eurozona. È anche, se non solo, per replicare alla spinta radicale dello Ukip che David Cameron ha imboccato la via di un deciso euroscetticismo con l'annuncio di un prossimo referendum di adesione all'Ue. Mossa che sperava potesse essere risolutiva, ma che a quanto pare non cessa di drenare il consenso al partito di governo.

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