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Questo articolo è stato pubblicato il 05 maggio 2013 alle ore 16:13.

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Nella foto di repertorio militari Usa in Africa (Ansa)Nella foto di repertorio militari Usa in Africa (Ansa)

Da tempo Washington non risparmia critiche e accuse a Pechino per le sempre più numerose incursioni informatiche di hacker nei sistemi informatici di agenzie governative e società statunitensi definite vere operazioni di cyber-guerra ma, incredibilmente, il Pentagono si è rivolto proprio ai cinesi per garantire le comunicazioni ai reparti militari dislocati in Africa.

La notizia, resa nota dal magazine Wired, può apparire paradossale o addirittura uno scherzo ma è stata confermata dal sottosegretario alla Difesa per lo Spazio, Doug Loverro, che alla commissione per i servizi armati della Camera ha difeso la decisione perché "non c'era altra scelta". Il satellite cinese Apstar-7 (costruito dalla società Thales Alenia Space France e venduto ai cinesi per 128,5 milioni di euro) è infatti l'unico a fornire la copertura in banda larga del continente di cui hanno bisogno i militari statunitensi. "La banda larga era disponibile solo con il satellite cinese". Il contratto firmato da Washington con la società di Hong Kong APT Satellite Hollding per i servizi di comunicazione in banda larga ha un valore di 10 milioni di dollari annui.

"Riconosciamo che ci sono preoccupazioni per l'uso di satelliti cinesi a sostegno delle nostre truppe" ha detto Loverro, "ma ammettiamo anche che le nostre truppe hanno bisogno di sostegno e certe volte dobbiamo procurarcelo nell'unico posto dove possiamo ottenerlo". Il Pentagono ha voluto rassicurare i deputati affermando che i dati militari che passeranno attraverso l'Apstar-7 saranno protetti da potenziali intercettazioni cinesi. L'anno scorso, per la prima volta, la Cina ha effettuato più lanci spaziali degli Stati Uniti compresi quelli per la messa in orbita di satelliti per le comunicazioni Chinasat 12 e Apstar-7, che consentono un'ampia copertura del continente africano dove sono in crescita gli investimenti e la presenza cinese considerati una minaccia da Washington. Le truppe statunitensi che utilizzeranno il satellite cinese per le loro comunicazioni appartengono infatti all'Africa Command, la struttura di comando americana istituita per gestire le operazioni in Africa contro gli estremisti islamici e per contrastare la penetrazione cinese.

Un numero crescente di unità forze speciali, CIA e contractors stanno intensificando le operazioni contro al-Qaeda e altrui gruppi terroristici e insurrezionali e il Pentagono ha recentemente bandito una gara del valore di oltre 50 milioni di dollari per la fornitura di servizi aerei alla della Joint Special Operations Task Force-Trans Sahara, impegnata nell'Operazione Creek Sand contro i gruppi qaedisti attivi nel Sahel e nel supporto alle forze governative di numerosi Stati africani. La private military company che si aggiudicherà l'appalto, la cui assegnazione è prevista in agosto, dovrà operare dalla base di Ouagadugou, in Burkina Faso, garantendo mille ore di volo annue, incluse missioni ad alto rischio e di evacuazione feriti, in 20 Paesi africani tra i quali anche i teatri bellici di Somalia e Malì. L'Africa Command non è nuovo ai paradossi: il comando statunitense continua ad avere la sua sede a Stoccarda, in Germania, perché finora nessun Paese africano ha accettato di ospitarne il quartier generale.

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