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Questo articolo è stato pubblicato il 05 maggio 2013 alle ore 17:27.

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Puntuale come una cambiale, è arrivato in largo anticipo il secondo scudetto consecutivo della Juventus. Frutto di una netta superiorità annunciata sulla carta e poi confermata sul campo, con una sola, lieve flessione nel mese di gennaio che, per un paio di giornate, pareva aver rimesso in palio il titolo. Ma passato quel breve momento, sono state in realtà le altre a flettere, in maniera definitiva: mentre la squadra di Conte, una volta ritrovato il suo passo, non ha più concesso margini di rimonta.

Una Juve che ha riconfermato la sua difesa di ferro, con gli stessi 20 gol al passivo di un anno fa, che ha aggiunto al suo magnifico centrocampo un potenziale fuoriclasse come Pogba, e che ha riconfermato la sua creatività offensiva segnando - al momento, quando ancora mancano tre giornate alla fine - 67 gol senza nemmeno un attaccante in doppia cifra. Soltanto la Roma, al momento, ne ha segnati due in più, ma a prezzo di subirne in quantità industriale nel corso della gestione-Zeman.

Ma altri primati assoluti sono ancora nel mirino della Juventus nelle tre giornate che mancano. Quello del maggior numero di punti, che appartiene alla Juve di Capello, del maggior numero di vittorie, e del maggior vantaggio sulla seconda classificata. A riconferma di una superiorità che non ha lasciato margini alla concorrenza.
Nella giornata della festa, i bianconeri si sono limitati ad una vittoria su calcio di rigore, nemmeno nettissimo, trasformato da Vidal per una spinta alle spalle di Vucinic. In precedenza Miccoli aveva provato a guastare la festa con un palo, prima che Quagliarella centrasse nel finale una traversa. Da censurare, anche in un giorno di festa, lo sputo ad Aronica che è costato a Pogba una giusta espulsione.

Da domani ci sarà spazio per il faccia a faccia tra Conte e la società. In ballo non i quattrini di aumento che l'allenatore merita senza riserve, ma un piano di investimenti che garantisca alla Juve un salto di qualità in campo europeo. Difficile immaginare questa Juve senza Conte. Ma si sa che nel calcio-business nulla si può mai escludere a priori.

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