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Questo articolo è stato pubblicato il 05 maggio 2013 alle ore 20:07.

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L'arte dei tagli dei costi della politica locale rischia di trasformarsi in un gioco illusionistico: da una parte si interviene sulle indennità degli ottanta consiglieri regionali lombardi e dall'altra si compensa e si ricompensa il taglio aumentando ad hoc i rimborsi spese, che potrebbero così passare a 4500 euro netti al mese. Sarebbe l'effetto di una proposta di legge ideata come risposta ai tagli previsti dalla legge 213 del 2012 del Governo Monti, dopo i noti casi alla Fiorito er Batman. Qualora fosse approvata la proposta di legge (targata Pd, Pdl, Lega) elaborata da un gruppo di lavoro coordinato dall'assessore al Bilancio, Massimo Garavaglia, un consigliere continuerà a prendere poco meno di 9000 euro al mese.

La nuova proposta di legge sui compensi in Regione di fatto è la risposta locale al governo Monti, intervenuto per porre rimedio e fissare dei limiti ai costi fuori controllo dei consiglieri regionali. In base al testo della proposta bipartisan, ricusata dal M5S, le indennità di carica dei consiglieri regionali saranno effettivamente riviste e ridotte da 8500 (lorde) a 6600 (lorde) come da decreto Monti.

Tuttavia è prevista la possibilità di un ritocco dei rimborsi spese per esercizio del mandato: potrebbero passare dagli attuali 2800 circa ai probabili 4500 euro netti a forfait, per chi risiede a Milano, mentre per i pendolari delle province più disparate potrebbero superare ben oltre i 6000 euro ( per vitto, alloggio e trasporti). Così nonostante i tagli un semplice consigliere continuerà a percepire quel che percepiva prima dell'intervento sui costi della politica: ossia ben oltre quei "vituperati" 6000 euro che tanto fecero preoccupare l'ex assessore ai Trasporti Raffaele Cattaneo, poi diventato Presidente del Consiglio regionale lombardo. Per quanto riguarda le alte gerarchie regionali la proposta della giunta prevede delle indennità di funzione che vanno ad aggiungersi ai 9000 euro "scarsi" di base: per il presidente Regione, presidente del Consiglio e a scalare per le altre cariche, si tratterebbe di 2700 euro circa. Come detto da questa proposta bipartisan si è sfilato il M5S che propone un tetto massimo di stipendio ( 5000 euro lordi) a cui si potrebbero aggiungere un'eventuale quota massima di 3000 euro per rimborsi e varie spese documentate, quindi non si parla di forfait. Per il M5S le indennità di funzione sono più basse: per i presidenti di giunta e consiglio sarebbero 1800 euro circa. Altra sforbiciata paventata è sul numero dei consiglieri: per il M5S dovrebbero passare dagli attuali 80 agli auspicati 50.

Lunedì torna a riunirsi al Pirellone il gruppo di lavoro coordinato dall'assessore Garavaglia per mettere a punto la proposta di "controriforma" relativo ai tagli dei costi della politica: un punto resta fermo che comunque il compenso regionale no può superare il totale mensile di 11100 euro lordi onnicomprensivi, estendibili fino a 13800 con indennità di funzione, come previsto dalla legge nazionale.

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