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Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2013 alle ore 15:23.

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È salito ad almeno 42 il numero complessivo dei soldati governativi morti nei due recentissimi raid aerei israeliani sulla Siria: lo ha reso noto Rami Abdel Rahman, direttore dell'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, organizzazione dell'opposizione in esilio con sede a Londra. Circa altri cento militari lealisti risultano inoltre ancora dispersi, sebbene non sia chiaro se fossero tutti presenti nelle strutture bombardate, dove in genere ve ne sono di stanza centocinquanta.

Un'altra fonte militare siriana ha detto a Russia Today che Israele ha utilizzato proiettili all'uranio impoverito nel raid che avrebbe compiuto ieri. Lo riporta il sito web del Jerusalem Post. «Quando è avvenuta l'esplosione c'è stato come un terremoto, e poi è apparso un fungo gigante dorato di fuoco. Questo ci ha indicato che Israele ha usato proiettili all'uranio impoverito», ha detto la fonte.

I controlli di Ankara
Intanto, le autorità turche hanno iniziato nell'ultima settimana a effettuare controlli su alcune persone in arrivo dalla Siria per verificare se siano state in contatto con possibili armi chimiche, riferisce la stampa di Ankara. La misura è stata decisa dopo che fonti vicine ai ribelli hanno affermato che forze governative avrebbero fatto uso di prodotti tossici in alcune aree. Le autorità di Damasco hanno negato di avere utilizzato armi chimiche e hanno accusato i ribelli di avere sparso sostanze tossiche per accusare le forze lealiste e di avere poi chiesto controlli in Turchia. Prelievi di sangue sono stati effettuati su alcuni siriani in arrivo al confine turco e i campioni sono stati inviati per analisi ad Ankara. I primi test realizzati la settimana scorsa si erano rivelati negativi. Il governo di Ankara appoggia la ribellione sunnita in Siria. I due campi si accusano a vicenda di avere fatto uso di armi chimiche. Ma l'ex procuratore del Tribunale interanzionale sulla ex Jugoslavia, Carla Del Ponte, che ora fa parte della Commissione d'inchiesta Onu sulle violazioni dei diritti umani in Siria, ha detto ieri che "al momento" la commissione dispone di elementi sul possibile uso di gas nervino (sarin) solo da parte di oppositori al regime.

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