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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2013 alle ore 13:34.

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Sgomento e cordoglio. Sono i sentimenti che prevalgono all'edizione italiana di Mareforum, meeting internazionale al quale prendono parte, ogni anno, i più importanti armatori nazionali, nonché broker e banchieri da tutto il mondo. L'edizione di quest'anno, organizzata a Roma dalla "Giuseppe Bottiglieri Shipping Company spa", si è aperta con la notizia del tragico incidente avvenuto nel porto di Genova.

Un avvenimento che non ha lasciato indifferenti gli operatori del settore presenti, in primis il presidente di Confitarma, Paolo d'Amico. «Siamo sconvolti – afferma - non sappiamo che cosa sia accaduto. Si tratta di una tragedia immane. Ora bisogna cercare di capire cosa è successo. Ma di questo si occuperà l'inchiesta che è stata aperta. Nel frattempo esprimiamo la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime». D'Amico spiega, poi, di essere in contatto continuo con l'armatore della Jolly Nero, Stefano Messina.
Molto colpito anche Ugo Salerno, al vertice del Rina, la società di classificazione che opera i controlli di sicurezza sulle navi del gruppo Messina: «Credo che a breve riusciremo a capire di più su quanto è accaduto. Qualsiasi ipotesi, però, al momento è un azzardo. Terribile quello che è avvenuto alle persone che erano sulla torre di controllo». Quanto alla possibilità di un guasto tecnico al motore, Salerno afferma: «Credo sia molto improbabile che il motore si sia bloccato». Vero è, comunque, che la nave è tutt'altro che nuova: la sua costruzione risale, infatti, al 1976. «Quella accaduta a Genova – afferma Giuseppe Bottiglieri – è una catastrofe. E succede proprio mentre il mondo armatoriale italiano sta facendo di tutto per avere navi efficienti. Bisogna appurare cosa è successo. Non si può escludere un guasto tecnico ma nemmeno un errore umano, magari accaduto per stanchezza del personale, visto che la nave stava salpando di notte. Tutto va inquadrato nella giusta ottica, compreso il fatto che la nave ha 37 anni e, anche se ha superato tutti i controlli, perché il Rina fa il suo dovere, può essere, negli impianti, meno efficiente di un'unità nuova. Certo, prima la tragedia di Costa Concordia, poi questo portano la marineria italiana sui giornali in maniera poco decorosa. E tutto ciò proprio mentre noi armatori stiamo facendo i massimi sforzi per rinnovare le nostre flotte. Il nostro cordoglio, comunque, va alle vittime».
Paolo Risso, al vertice della società di brokeraggio Cambiaso Risso, da parte sua, aggiunge: «Conoscendo gli armatori Messina, so benissimo quanto siano disperati per quanto è accaduto che è, a dir poco, incredibile e inspiegabile».

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