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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2013 alle ore 20:02.

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«È folle chi pensa che possiamo fare a meno dell'euro». Lo ha detto Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, nel corso del suo intervento ad un incontro dedicato all'Europa all'università Bocconi a Milano. «Questo comporterebbe - ha aggiunto - l'abbassamento del 30% del pil in poco tempo».

Un passo indietro di 20 anni
Un'uscita dell'Italia dall'euro comporterebbe un crollo del Pil nazionale del 30%. Con queste parole Squinzi ha puntato il dito contro gli euroscettici: «È folle - ha detto - chi pensa di poter fare a meno dell'euro, perché questo comporterebbe un arretramento del Pil del 30%. Sarebbe come fare un passo indietro di 20 o 30 anni». Squinzi assicura che le cifre sono esatte: «Questo - ha precisato incontrando i giornalisti al termine dei lavori - é una elaborazione del centro studi Confindustria».

Lavoro: cambiare marcia subito
Poi il dibattito si è spostato su un altro tema caro a Confindustria. Per il rilancio del lavoro e dell'occupazione «appare del tutto evidente che occorre cambiare marcia», ha esordito Squinzi. «Occorre farlo con la massima urgenza, perchè il tempo stringe, le imprese sono sempre più in difficoltà e la disoccupazione aumenta ogni giorno di più».

La condanna a Berlusconi e le conseguenze per il governo
Giorgio Squinzi ha anche commentato la condanna a Silvio Berlusconi per i diritti tv Mediaset, augurandosi che tale sentenza non provochi conseguenze negative sul governo guidato da Enrico Letta, perché questo comporterebbe un pericolo per l'economia. «Mi auguro di no», ha risposto a chi gli aveva chiesto se la condanna di Berlusconi potesse impattare negativamente sulla tenuta del governo. «Rimettere in discussione l'assetto che é stato trovato - ha aggiunto Squinzi a margine di un convegno all'università Bocconi di Milano - sarebbe estremamente pericoloso per l'economia reale».

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