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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2013 alle ore 08:03.

NEW YORK - Facebook vuole costruire un oleodotto e bocciare la riforma sanitaria di Barack Obama. Davvero? Davvero: la sua nuova lobby, nata per promuovere la riforma dell'immigrazione, ha cominciato con lo sponsorizzare campagne pubblicitarie per progetti assai meno innovativi. Anzi, qualcuno li ha definiti decisamente retrogradi, obiettivi tradizionali dell'industria più conservatrice.
Due controllate di Fwd.Us, l'associazione non profit creata dal fondatore del social network Mark Zuckerberg per raccogliere le istanze di hi-tech e nuovi media, si sono fatte notare in queste settimane per aver comprato inserzioni televisive. Ma non a favore di un ripensamento delle frontiere, bensì dei 3.500 chilometri della Keystone XL, che dal Canada trasporterebbe greggio fino al Texas e che è la bestia nera di ogni gruppo ambientalista che si rispetti. Altre pubblicità hanno attaccato esplicitamente la legge sull'assistenza sanitaria diventata l'obiettivo di politica sociale più significativo raggiunto dall'amministrazione democratica negli ultimi anni. Le due controllate autrici degli spot, trasmessi in numerosi stati, sono la Americans for Conservative Action e il Council for American Job Growth.
Qual è il legame con l'immigrazione, la missione ufficiale dell'associzione? Per i critici, va cercato in un gioco di realpolitik. Il sospetto è che, per costruire consenso attorno a un maggior accesso a lavoratori stranieri qualificati voluti dal settore hi-tech, Fwd.Us abbia cinicamente scelto di barattare altri diritti, quelli dell'ambiente e della salute.
La reazione, in realtà, è esplosa non solo negli ambienti liberal, ma anche dentro la comunità di Silicon Valley, cioè quelle stesse società tecnologiche che Fwd.Us vorrebbe rappresentare. Josh Miller, fondatore della start-up Branch, ha denunciato le «discutibili pratiche di lobbying» dell'associazione. Il venture capitalist dell'energia rinnovabile Vinod Koshla ha attaccato la «prostituzione dei valori in cambio di qualche ingegnere». Zuckerberg aveva già fatto notare una propensione a destreggiarsi su più tavoli, democratici come repubblicani (ha raccolto fondi per il governatore conservatore del New Jersey Chrs Christie). A fare scalpore però è il fatto che alla sua nuova associazione abbiano pubblicamente aderito, almeno fino ad oggi, magnati hi-tech dalle note opinioni progressiste quali Bill Gates e Reid Hoffman.
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