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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2013 alle ore 06:39.

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ROMA
Non appena il decreto che sospende la rata Imu di giugno per la prima casa avrà ottenuto il via libera dal Consiglio dei ministri («forse già domenica»), l'«impegno politico» del Governo è di intervenire in modo organico per ridefinire l'intera tassazione sugli immobili. La sospensione della rata non riguarderà le imprese, chiamate al super-acconto del 17 giugno. Il ridisegno del prelievo sugli immobili avverrà «entro 100 giorni», assicura il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, nel corso della trasmissione "Otto e mezzo".
Escluso il ricorso a una manovra correttiva dei conti pubblici nell'anno in corso e a nuovi aumenti del prelievo fiscale («ho trovato un bilancio bello stirato, pieghe non ce ne sono»), Saccomanni apre alla riduzione delle imposte sul lavoro e sulle imprese «finanziandola con delle formule che non prevedano altro debito». Il 2013 sarà ancora un anno di recessione, ma il profilo della ripresa nella seconda metà del 2013 verso il 2014 «è senz'altro fattibile».
L'aspettativa è che il giudizio di Bruxelles sulla chiusura della procedura per disavanzo eccessivo, attesa per il prossimo 29 maggio, sia positivo. Condizione indispensabile - spiega Saccomanni - per poter fruire a pieno dei margini di flessibilità sul fronte degli investimenti. E poi, occorre «fare di più per ridurre questo benedetto spread, perché costa un sacco di soldi allo Stato, alle banche che pagano lo spread sullo spread per finanziarsi e alle imprese che pagano un ulteriore spread sui primi due: è una piramide che se riusciamo a schiacciare attraverso politiche credibili avremo benefici». I mercati «non ci fanno sconti».
L'obiettivo del Governo è evitare che il prossimo 1° luglio l'Iva aumenti di un punto, mentre la questione degli esodati potrà essere affrontata a partire dal 2014. Saccomanni pensa a una spending review strutturale, che riprenda il lavoro avviato dallo scomparso Tommaso Padoa-Schioppa e da Piero Giarda, ministro per i Rapporti con il Parlamento nel Governo Monti. Serve l'accordo tra ministero del Tesoro e i cosiddetti ministeri di spesa «ma è una contrapposizione che va superata», anche attraverso un metodo alternativo a quello della spesa storica. Occorrerà riprendere in mano il dossier delle agevolazioni fiscali («è una strada obbligata»), traendo spunto dallo studio redatto dall'ex sottosegretario all'Economia, Vieri Ceriani, il cui contributo Saccomanni ritiene rilevante anche nell'attuale Governo, sotto forma di consigliere allo stesso ministero.
L'Italia non rischia alcun default, come paventa Beppe Grillo. Il momento di tensione più acuta si colloca alla fine del 2011, ma ora – assicura il ministro – «la situazione è completamente diversa». Saccomanni sarà a Bruxelles lunedì e martedì per il doppio appuntamento dell'Eurogruppo e dell'Ecofin. Missione sul cui esito si dice "fiducioso": l'Europa «è ben impostata. Hanno visto da vicino le cose fatte negli ultimi mesi, e che dopo un periodo di incertezza politica l'Italia ha risolto rapidamente l'impasse sul presidente della Repubblica». Poi la costituzione del nuovo Governo, «che ha avuto rapidamente la fiducia» e l'approvazione del Def «a larga maggioranza e con l'impegno a rimanere nei saldi di bilancio. Il mio impegno è relativamente facile».
Situazione politica tuttavia incerta. A Bruxelles chiederanno lumi anche sulle reazioni di Silvio Berlusconi alla sentenza di appello per i diritti Tv di Mediaset? «Le indicazioni che sono venute è che gli eventi di questi ultimi giorni non avranno un impatto sulla sorte del Governo e questo è quello che mi basta».
Le risorse per la Cassa integrazione in deroga – conferma il ministro – saranno reperite utilizzando fondi «già stanziati nell'ambito del bilancio per il ministero del Lavoro e per altri ministeri. Fondi che non sono stati impegnati». L'obiettivo è di pervenire in tempi non troppo lunghi ad un ridisegno del comparto degli ammortizzatori sociali, «nell'ambito dei quali ricollocheremo diversamente i fondi».
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