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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2013 alle ore 19:04.

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In vista un balzello nuovo di zecca per le sigarette elettroniche, la nuova moda del momento: tra gli emendamenti al decreto debiti della Pa su cui stanno lavorando i relatori Marco Causi (Pd) e Maurizio Bernardo (Pdl) ci sarebbe infatti l'introduzione dell'accisa anche su prodotti contenenti nicotina o sostanze sostitutive del consumo di tabacco. Appunto, le sigarette elettroniche, chiamate a dare il loro contributo per la "copertura finanziaria" del provvedimento.

La riserva si scioglierà domani mattina, quando la commissione Bilancio della Camera completerà l'esame e il voto degli ultimi emendamenti, in vista dell'approdo in Aula del decreto martedì 14, ma già oggi il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta conferma che la nuova tassa è nell'aria: «Dal punto di vista tecnico - spiega riferendosi all'idea di un'accisa sulle sigarette elettroniche - la copertura é possibile. Bisogna però visionare la relazione tecnica dei Monopoli». E conclude sottolineando come la nuova tassa sia una «decisione di carattere politico che prenderemo domani in Parlamento».

Su un provvedimento di ampia portata, che autorizza la spesa di 40 miliardi di euro per i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione, la nuova tassa sulle sigarette elettroniche è una misura marginale che garantirà appena qualche milione di euro di gettito. Ma certo rappresenta una novità. Attualmente sull'acquisto delle ricariche per le sigarette elettroniche viene pagata l'Iva mentre non si applica l'accisa prevista invece per il tabacco e i prodotti da fumo. La "copertura" verrebbe introdotta in un emendamento che prevede un ampliamento degli spazi finanziari concessi alle Regioni all'interno del proprio Patto di Stabilità per permettere a Comuni e Province di pagare investimenti, il cosiddetto "Patto di stabilità verticale".

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