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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2013 alle ore 15:24.

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I blindati italiani Lince riappaiono nel grande scandalo per corruzione che scuote il comparto russo della Difesa, culminato nel novembre scorso con il siluramento del ministro Anatolij Serdjukov. Una saga con tutti gli ingredienti necessari, dal denaro ai sospetti di adulterio, ma centrata sull'abitudine endemica all'ambiente di sottrarre ai bilanci milioni e milioni di rubli. Ma accanto a questo, una delle ragioni che avrebbero determinato la caduta in disgrazia di Serdjukov - un civile che aveva tentato di introdurre importanti riforme nel mondo militare russo - era la sua determinatezza ad acquistare anche all'estero gli armamenti necessari alla modernizzazione delle forze armate. Come le portaelicotteri francesi Mistral, o i blindati italiani Lince, prodotti da Iveco, primi veicoli di provenienza straniera che nel 2012 ebbero l'onore di sfilare alla grande parata militare del 9 maggio sulla Piazza Rossa.

I Lince tornano sulle pagine dei giornali russi perché il direttore generale di Oboronservis, la controllata del ministero della Difesa responsabile per gli approvvigionamenti, li avrebbe "truccati" da ambulanze per non pagare i dazi doganali che non si applicano a equipaggiamento medico. Serghej Khursevic - scrive il quotidiano russo Kommersant - è al centro dei filoni di inchiesta aperti dal procuratore militare Serghej Fridinskij, che al nuovo ministro della Difesa Serghej Shoigu - l'uomo che ha preso il posto di Serdjukov - ha chiesto l'allontanamento di Khursevic, coinvolto anche nelle indagini sull'acquisto nel 2012 di cinque elicotteri Eurocopter e 50 pick-up Ford Ranger. Su un totale di 5 miliardi di rubli sottratti (123 milioni di euro), il capo di Oboronservis sarebbe responsabile per l'appropriazione indebita di 145 milioni di rubli, 3,5 milioni di euro. I blindati in questione sarebbero 57, LMV M65 Lince: dopo averne autorizzato l'acquisto a fine 2011, Khursevic avrebbe firmato una modifica al contratto tra Oboronservis e Iveco, accompagnandola con l'acquisto di 57 set in dotazione alle ambulanze: barelle, sirene e adesivi della Croce Rossa, applicati - secondo gli inquirenti - ai blindati prima dell'ingresso in Russia in modo da aggirare i dazi doganali. Nel febbraio 2012 Oboronservis avrebbe presentato la dichiarazione doganale truccata.

Nel 2011 Serdjukov aveva preferito i Lince per sostituire i mezzi in dotazione all'esercito russo, i Tigr, dando il via a un accordo con l'Italia per la fornitura di circa 2.000 blindati, assemblati a Voronezh. Anche questa commessa è stata travolta dal nuovo corso imposto alla Difesa: nel gennaio scorso il generale Vladimir Chirkin, comandante delle forze russe di terra, ha annunciato che la seconda parte dell'accordo - la fornitura di 1.200 veicoli - sarebbe stata disdetta: l'esercito, ha ammonito il generale, "deve concentrarsi sui produttori nazionali". In campo riappariranno i Tigr.

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