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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2013 alle ore 18:33.

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Il governo Samaras non ha fatto in tempo a dire, lunedì, di voler tornare sul mercato obbligazionario nel 2014, lanciando così un forte segnale per la Grecia e le prospettive di uscire dal tunnel della recessione, che Fitch ha colto la palla al balzo alzando il rating a lungo termine di un gradino, da CCC a B-, con outlook stabile.

Secondo l'agenzia internazionale, il provvedimento riflette il maggior equilibrio dell'economia greca grazie ai chiari progressi fatti verso l'eliminazione dei deficit gemelli (interno e delle partite correnti), anche se tutto ciò è avvenuto a caro prezzo dal punto di vista del «calo del Pil e dell'aumento della disoccupazione, soprattutto giovanile, con le potenzialità sul recupero che restano in dubbio».

I consumi interni sono molto bassi e quindi l'import è diminuito, ricorda Syriza, principale forza politica d'opposizione. Tuttavia ulteriori segnali positivi, secondo Fitch, sono rappresentati dagli indicatori della fiducia ai massimi degli ultimi tre anni e dal fatto che si è abbassato il rischio di uscita della Grecia dalla zona euro.

«Stiamo già programmando il ritorno della Grecia sul mercato nella prima metà del prossimo anno», ha detto il premier Samaras. Atene è fuori dei mercati obbligazionari dal gennaio 2010, quando, colpita dalla crisi del debito, è stato il primo Paese dell'eurozona a chiedere gli aiuti internazionali a Ue e Fmi per 110 miliardi di euro prima, e 130 miliardi di euro poi, per un totale realmente messo a disposizione di 273 miliardi complessivi.

Atene, secondo la Commissione europea, deve fare però ancora uno sforzo, ovviamente di austerità. In un rapporto di undici pagine, pur ammettendo che la Grecia si trova sulla strada giusta per rispettare gli obiettivi di bilancio concordati con la Troika (Ue, Bce e Fmi) per il 2013 e il 2014, Bruxelles ha prescritto per il 2015 e il 2016 ulteriori tagli alla spesa pubblica, utili a rientrare negli obiettivi. Una notizia che non stupisce i mercati perché nessuno ha mai preso troppo sul serio la possibilità che non serva in futuro una nuovo allentamento ai paesi creditori attraverso più tempo o riducendo il tasso di interesse oppure riducendo con un secondo haircut sul debito.

Intanto il salvataggio delle banche prosegue e solo una, Eurobank, ha gettato la spugna accettando di essere provvisoriamente nazionalizzata.

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