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Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2013 alle ore 06:44.

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ROMA
I temi-simbolo restano sul tappeto. Soprattutto sulla giustizia, la linea Pdl non prevede cedimenti. A maggior ragione dopo la requisitoria di Ilda Bocassini al processo Ruby e a poche ore dall'arrivo alla Procura di Roma di Silvio Berlusconi per riferire sul caso escort/Tarantini (vedi articolo sopra).
La conferma si è avuta ieri nell'aula della Camera. Il capogruppo del Pdl Renato Brunetta coadiuvato da Simone Baldelli sferrano un attacco al presidente della Camera ed esponente di Sel Laura Boldrini, per la mancata stigmatizzazione dei fatti di Brescia, ovvero della contestazione ai danni di Berlusconi e del suo partito (nonché dello stesso Brunetta) messa in atto da gruppi di sinistra.
«A Brescia c'ero e sono stato scortato dalla polizia e dai carabinieri per poter svolgere le mie libere funzioni di rappresentate del mio partito», attacca Brunetta che accusa Boldrini di due pesi e due misure.
La tesi è che il presidente della Camera non sia imparziale perché i «teppisti» che contestavano la manifestazione del Pdl a Brescia «appartenevano al suo partito» e «ai Cinque stelle». Il dibattito viene scandito da applausi e la tensione si fa viva nell'emiciclo. «Non ho sentito da parte sua, onorevole Boldrini, nessuna presa di distanze nè dal suo partito nè dall'altro qui rappresentato in Parlamento, il M5S» attacca secco Brunetta. «Chiedo a lei: ha due pesi e due misure per la solidarietà?».
La presidente della Camera tiene la posizione spiegando di non essere tenuta a esprimersi in ogni circostanza. Ribadisce sì di aver inviato «segnali chiari e inequivocabili di condanna» rispetto ad atti legati al sessismo o più in generale alle discriminazioni. Anche quelle denunciate verso le militanti del Pdl a Brescia. Ma allo stesso tempo rivendica il suo ruolo di terzietà connesso alla carica: «Non si può pensare che la presidente debba intervenire in relazione ad ogni episodio che riguarda attività di partito. Finirebbe così per entrare nell'agone politico a danno del suo ruolo di garanzia».
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