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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2013 alle ore 10:41.

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Il venerdì 17 degli Internazionali d'Italia non perdona. I big cadono uno dopo l'altro. Djokvovic e Jankovic inciampano nell'infausta giornata, la Sharapova dà forfait senza nemmeno scendere in campo. E Federer? Beh, lui ha concluso il match appena dopo mezzanotte, quando un nuovo e più propizio giorno era già iniziato. Serena Williams e Rafa Nadal non contano, contro due tritasassi come loro, bisognava immaginarselo, neppure la sfortuna può nulla.

Ma se per qualcuno la data maledetta è sinonimo di sventura, a qualcun altro, è ovvio, porta bene. Così Sara Errani si ritrova in semifinale senza nemmeno dover prendere in mano la racchetta, per di più dopo aver passato il turno precedente disputando un solo set. In pratica, l'emiliana ha dovuto giocare una sola frazione in due giorni per qualificarsi tra le prime 4 tenniste del torneo. Una fortuna che Sarita si merita, comunque, per gli sforzi e gli straordinari progressi compiuti nell'ultimo anno e mezzo. Due stagioni magiche, durante le quali l'azzurra ha ottenuto risultati eccezionali e certo non soltanto grazie alla buona sorte.

Sta di fatto che la Errani è la prima italiana arrivata fino a questo punto dai tempi di Lea Pericoli che approdò in semifinale nel 1967. E' vero, infatti, che Raffealla Reggi vinse il titolo nell'85, ma in quell'anno il torneo da 50mila dollari che si giocava a Taranto era una gara declassata e, a dir poco, minore. L'importante, ora, è cercare di approfittare dell'occasione. Il che non sarà affatto facile con una macchina da guerra come Victoria Azarenka dall'altra parte della rete. La missione , però, non è di quelle impossibili visto che la numero 3 del mondo non ha mai mostrato di amare la terra rossa mentre la Errani, finalista lo scorso anno al Roland Garros, si trova perfettamente a suo agio sulla superficie. Non a caso, Vika ha fatto parecchia fatica contro Samantha Stosur, con la quale ha vinto per 6/4, 1/6, 6/3 grazie anche ai molti errori della rivale che, oltretutto, ha spesso dimostrato di non essere esattamente un cuor di leone.
Sara, insomma, ha le sue buone chance. Certo la bielorussa potrebbe essere più stanca, d'altra parte, il non aver quasi giocato negli ultimi due giorni potrebbe perfino penalizzare l'emiliana. E anche il fattore campo può pesare sia in un senso che nell'altro: il tifo dei propri connazionali può trascinare un giocatore al trionfo oppure può farlo crollare sotto il peso della responsabilità e la morsa dell'emozione. Diciamo che Sarita, nonostante con Vika abbia perso 5 volte in 6 occasioni, ha, comunque, un buon 50% di possibilità di accedere ad una storica finale.
Un discorso a parte meriterebbe il ritiro della Sharapova che ha, candidamente, ammesso di preferire evitare di scendere in campo con la febbre per non rischiare di saltare un appuntamento più importante, come il Roland Garros. Tutto vero e assolutamente comprensibile, per carità, e non abbiamo neppure motivo di dubitare che stesse male, però dopo tutte quelle dichiarazioni d'amore verso Roma e il torneo, suona come una nota un pochino stonata…
Per la cronaca, infine, la Williams ha lasciato giusto due game a Carla Suarez Navarro mentre la sorprendente Halep, giunta fin qui dalle qualificazioni, ha eliminato Jelena Jainkovic con il punteggio di 4/6, 6/0, 7/5.
Sul fronte maschile, intanto, gli Internazionali d'Italia hanno perso un altro grande protagonista: il due volte campione Novak Djokovic. Contro un Berdych in splendida forma, Nole ha giocato un match quasi folle. Avanti per 6/2, 5/2, ha finito per soccombere con il punteggio finale di 2/6, 7/5, 6/4. Semplicemente sul 5/3, con il servizio a favore, per il serbo si è improvvisamente spenta la luce e, da lì in avanti, il ceco è salito in cattedra. Un altro scivolone del numero uno del mondo che, dopo il successo a Montecarlo, non è apparso nelle migliori condizioni né a Madrid né qui.
E ora Berdych dovrà vedersela con Nadal, grande favorito per la vittoria finale. Pur non essendo neppure lui al top della forma, dopo lo spettacolare recupero con Gulbis, lo spagnolo ha fatto fuori anche il connazionale (e sua vittima sacrificale preferita) Ferrer. Una sfida che è, ormai, un classico, ma di certo non è un duello tra i più avvincenti del circuito. E il fatto che il maiorchino abbia perso un set, con tutto il rispetto per David, significa soltanto che Rafa non sta giocando ancora ai suoi soliti, stratosferici livelli.
Completano il quadro della semifinali il francese Paire, vera e propria rivelazione del torneo, e l'intramontabile Federer. Opposto al talentuoso Janowicz, nella sessione serale, lo svizzero ha messo in mostra il tennis stellare dei giorni migliori. Contro un bombardiere, ma dotato anche di un notevole tocco, come il polacco, l'elvetico ha disputato un match impeccabile: 11 ace, il 75 % di prime palle di servizio, due break point trasformati nei momenti chiave di un match per nulla facile. A Roma Roger non ha mai vinto e questa potrebbe essere una delle ultimissime occasioni per aggiungere il titolo, che certo gli fa gola, alla sua straordinaria collezione…

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