Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2013 alle ore 13:32.

My24
Guglielmo Epifani (LaPresse)Guglielmo Epifani (LaPresse)

Sul fronte del lavoro «siamo agli annunci, ma certo bisogna mettere mano alla riforma Fornero perchè ci sono cose che non vanno e, al di là delle intenzioni, ha finito per accentuare la precarietà». A margine delle cerimonie per il 14° anniversario dell'attentato a Massimo D'Antona, consulente del ministero del Lavoro e docente di diritto del lavoro barbaramente ucciso dalle Nuove Brigate Rosse nel 1999, il leader del Pd, Guglielmo Epifani, conferma i "lavori in corso" per aggiornare la Fornero, nuova priorità del Governo per non perdere la battaglia del lavoro, «che va difeso» - ha sottolineato l'ex sindacalista - auspicando soprattutto «una riforma sui temi della precarietà perchè la riforma Fornero non l'ha affrontata».

Per Epifani, occorre «assecondare lo sforzo del governo e fare in modo che l'Europa faccia di più. Se al rigore non uniamo politiche di investimento e crescita, anche l'Europa non ce la fa ad uscirne. Anche l'Europa è in bilico e occorrono per questo risposte e passi in avanti». La richiesta di cambiare ed aggiornare lanciata da Epifani vede d'accordo il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, che a margine di un incontro con gli studenti di una scuola romana ha ricordato come «Il presupposto della riforma del lavoro Fornero era una patologia e sono state imposte regole che hanno colpito pesantemente l'occupazione: ora bisogna fare un'operazione di manutenzione».

Nel fronte sindacale, la leader della Cgil, Susanna Camusso, pure presente alla commemorazioen di D'Antona, ha invece rinviato al prossimo incontro delle parti sociali con il ministro del Lavoro Giovannini fissato per mercoledì, con l'obiettivo «di monitorare il punto a cui siamo e provare a costruire un'agenda per i problemi che sono molti e molto sovrapposti». Da Camusso, anche un no alla politica degli annunci: «occorre procedere velocemente per risolvere i problemi che abbiamo».

Poco prima, la figura di D'Antona era stata additata dal presidente del Senato Pietro Grasso, come esempio di persona di valore aliena ai compromessi, in una data «che non si può dimenticare, che ci impone di essere presenti. Massimo D'Antona è stato, prima di tutto, un giurista di grande spessore», ucciso a tradimento «nel giorno dell'anniversario dello statuto dei lavoratori, una conquista di civiltà che aveva segnato l'assetto dei rapporti sindacali e politici del nostro paese».

Commosse anche le parole scelte per ricordare il giurista da Walter Veltroni, gia leader del Pd, che ha ricordato «la forza delle idee» di D'Antona, «molto più robusta di quella delle armi e infatti noi siamo ancora qui con le bandiere dei sindacati. Quello tra il giuslavorista ucciso dalle Nuove Br e i suoi attentatori fu un duello impari tra chi aveva una borsa di lavoro e chi aveva le armi per uccidere». D'Antona, per Veltroni, si è «sempre sottratto ai compromessi «pur di rimanere a fianco ai lavoratori. L'attenzione deve essere al lavoratore come individuo dentro e fuori il posto di lavoro. Questo diceva e io sono perfettamente d'accordo. Dobbiamo fare nostri i valori di Massimo D'antona».



Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi