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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2013 alle ore 14:52.

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Sono state sei le segnalazioni di "attività sospette" ricevute nel 2012 dalla Autorità di informazione finanziaria (Aif) del Vaticano, authority creata nel 2010 da Papa Benedetto XVI nel quadro dell'impegno della Santa Sede per adeguarsi agli standard internazionali in materia di anti-riciclaggio di denaro sporco e contrasto al finanziamento del terrorismo. Di queste sei segnalazioni, due sono state trasmesse ai Procuratori di giustizia, i "pm" vaticani, che stanno indagando sulla natura di queste operazioni. Nel 2011 invece vi era stata una sola segnalazione. A segnalare le attività sospette - rende noto il rapporto annuale dell'Aif pubblicato oggi dalla sala stampa vaticana - sono stati in cinque casi "soggetti vigilati" – tra cui lo Ior - e in un caso "altre autorità". Il rapporto è stato presentato questa mattina nella sala stampa vaticana – presente il direttore padre Federico Lombardi - dal direttore generale dell'Aif, l'avvocato svizzero Rene Brulhart, nella carica dal novembre scorso.

Le statistiche riportate nel rapporto rendono noto anche che nel 2012 vi sono state sette "richieste di informazioni aggiuntive ai soggetti segnalanti" e tre nel 2011. Quanto alla "collaborazione a livello interno", nel 2012 vi è stata una richiesta di informazioni ad autorità interne (due nel 2011), nessun rapporto al promotore di Giustizia (due nel 2011). In merito alla "collaborazione a livello internazionale", invece, vi è stata, in ognuno dei due anni, una richieste di informazioni ad autorità estere e sette "richiesta di informazioni ricevute da autorità estere" nel 2012 (tre nel 2011).

Sul fronte del monitoraggio del "contante" emerge che sono state quasi 2.400 le dichiarazioni di trasporti transfrontalieri di denaro in entrata o in uscita dal Vaticano superiori ai diecimila euro. Le dichiarazioni in entrata sono state 598, quelle in uscita 1.782. I dati sono inferiori rispetto al 2001, quando a partire da aprile - entrata in vigore dell'obbligo - le dichiarazioni erano state 658 in entrata e 1.894 in uscita.

In Vaticano è stato avviato, ed è attualmente "in fieri", uno "screening profondo" per "avere una situazione chiara" di chi sono i clienti dello Ior. «Nei prossimi mesi avremo i risultati», ha detto Bruelhart. «Bisogna collegare questo - ha aggiunto - anche alle segnalazioni fatte sulle transazioni sospette. Se ci sono segnalazioni, vuol dire che la strada intrapresa è quella giusta». Inoltre – secondo il funzionario - «non ci sono più limitazioni, per l'Aif non ci sono problemi per ottenere informazioni» ha risposto a una domanda dei giornalisti sulla retroattività delle indagini rispetto all'entrata in vigore (aprile 2011) della legge vaticana antiriciclaggio. «Con lo Ior la situazione è molto migliorata». Dopo il recente blocco dei bancomat attivi in Vaticano su iniziativa della Banca d'Italia e i successivi incontri bilaterali si è instaurato un «dialogo costruttivo con la Bankitalia» ha assicurato Bruelhart. «Sono molto contento di come procede la situazione», ha detto l'avvocato, sottolineando che il dialogo potrebbe essere tradotto in un passo formale «in un futuro non lontano». Ora i bancomat in Vaticano – dopo che Via Nazionale ha vietato l'autorizzazione a una banca italiana per carenza di trasparenza nella legislazione vaticana – sono gestiti da una società svizzera.

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