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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2013 alle ore 10:59.

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Tra vecchio e nuovo, sullo sfondo c'è pure qualche immortale. È il caso dell'ex sindaco Pierluigi Piccini, la cui storia è direttamente collegata a quella del Monte dei paschi. Non si presenta alle elezioni, ovviamente, ma sostiene senza comparire Marco Falorni, che prima pensava di appoggiare Neri ma poi, visto l'antagonismo tra Piccini e Alfredo Monaci, ha deciso di correre per conto suo.

La storia di Piccini è centrale per la vita senese. Dipendente del Monte prima, sindaco poi, iscritto ai Ds, più di dieci anni fa tenta la scalata alla presidenza della Fondazione Mps, ma viene bloccato. A superarlo in questa corsa sarà il suo più fedele consigliere, un certo Giuseppe Mussari, destinato evidentemente a vicende ben più burrascose. Piccini viene così spedito, come dirigente bancario, a guidare (rappresentare) Mps France, per 400mila euro l'anno più bonus, per oltre dieci anni. Ma da Parigi Piccini ha sempre meditato la rivincita (qualcuno a Siena la chiama vendetta). Nel 2004, per non aver sostenuto i candidati democratici, venne espulso dai Ds. Poi, con l'ultima spending rewiew della banca, che ha portato al licenziamento di 100 dirigenti, anche Piccini è stato mandato via. A onor del vero nel 2008 lui e i suoi fedeli, 6 mesi dopo l'acquisto di Antonveneta, cominciarono a dire a Siena che si era trattato di un'operazione rischiosa, se non addirittura scellerata.

E le recenti cronache gli darebbero ragione. Però se lo sguardo va ancora più indietro, non si può non ricordare che l'acquisizione di Banca 121 - che per molti è vista come l'inizio della fine, sotto il profilo dei guai finanziari e giudiziari – si deve proprio a Piccini, nel lontano 1999, allora sindaco della città, e quindi, tramite la Fondazione Mps, l'azionista principale della banca. Tuttavia è indiscutibile il fascino che l'ex dirigente di Mps ha sempre avuto su un gruppo di senesi, organizzatori per conto suo di movimenti, liste e gruppi, durante l'esilio dorato di Piccini a Parigi.

Infine gli ultimi tre candidati: Laura Vigni, in rappresentanza della sinistra che non ha accettato la fusione tra Margherita e Ds, sostenuta dalla lista Sinistra per Siena; Alessandro Corsini, rappresentante dei dirigenti delle contrade e dei professionisti lontani dalla politica e quindi, secondo il loro slogan, senza le mani in pasta; Enrico Tucci, medico, anche lui espressione del civismo cittadino. Da lunedì sera si capirà meglio come si muoveranno le alleanze tra gli 8 candidati.

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