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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2013 alle ore 12:44.

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L'ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio Franco Fiorito è stato condannato a tre anni e quattro mesi e alla interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. È quanto ha stabilito il gup Rosalba Liso nella la sentenza del processo con rito abbreviato per l'esponente pidiellino accusato di peculato e tornato in libertà il 28 marzo dopo oltre 5
mesi tra carcerazione preventiva e domiciliare. Il 18 aprile scorso Fiorito aveva raggiunto un'intesa con la Corte dei Conti per la restituzione di un milione e 90 mila euro. «Non tornerò in politica - ha commentato subito dopo la sentenza - mi metto a fare il filantropo. Io quei soldi non li ho rubati, sia chiaro, abbiamo dimostrato, documenti alla mano, di non aver commesso alcun peculato. Speriamo che la sentenza venga ribaltata in appello».

L'accusa
L'indagine su Fiorito, noto come ''Er Batman di Anagni'', era stata avviata dalla procura di Roma il 12 settembre scorso con l'accusa quella di essersi appropriato di circa 1 milione 400 mila euro dei fondi destinati al gruppo consiliare. Denaro che, come accertato dagli inquirenti, è stato speso anche per viaggi,cene in ristoranti di lusso, acquisto di un Suv durante l'emergenza neve nel febbraio 2012, ma anche lampadari. Addebiti sempre respinti dall'ex capogruppo Pdl alla Pisana. Quel milione e 400 mila euro confluiti sui suoi conti correnti, anche all'estero, tramite 193 bonifici, erano soldi - si era difeso Fiorito con gli inquirenti - dovutigli in base al cumulo di cariche che ricopriva (oltre che capogruppo e tesoriere del Pdl era membro della Commissione Bilancio) alla Regione Lazio.

Il sistema Lazio e la crisi della Giunta Polverini
Durante l'inchiesta Fiorito aveva parlato ai Pm di un accordo di ripartizione dei fondi tra tutti i gruppi del consiglio regionale, in funzione della loro consistenza politica che prevedeva l'assegnazione di 100mila euro l'anno a ciascun consigliere per finalità politiche, e un accordo all'interno del Pdl che raddoppiava o triplicava tale assegnazione a seconda degli incarichi ricoperti. Accuse, quelle relative alla gestione dei fondi da parte di altri gruppi consiliari, rilanciate in più occasioni, anche ultimamente con una denuncia all'autorità giudiziaria.La conseguenza dello scandalo che ha travolto Fiorito si era successivamente riversata sulla Giunta della regione Lazio, guidata da Renata Polverini costretta a dimettersi alla fine di settembre.

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