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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2013 alle ore 14:01.

Esultanza di Mogliano (Fotosportit/FIR)Esultanza di Mogliano (Fotosportit/FIR)

Il livello tecnico è diverso, l'appeal anche. Ma delle tre-finali-tre viste in questo fine settimana di rugby, non c'è dubbio che quella più appassionante, più intensa dal punto di vista emotivo è stata messa in scena nel "piccolo" campionato italiano di Eccellenza. Piccolo, perché da tre anni i migliori giocatori italiani sono confluiti nelle franchigie che prendono parte alla lega internazionale del Pro 12 (ex Celtic League), piccolo perché le "folle" che attira sono quelle che sono e perché i giocatori vivono in un limbo semiprofessionistico. Le passioni di campanile, però, in Italia non vengono meno, l'orgoglio di vedere una squadra della propria città (o del proprio paese) andare avanti c'è sempre. E ci sono giovani interessanti, vecchi marpioni, strateghi delle panchine; insomma, le storie non mancano, la passione neppure.

Le finali scudetto, almeno per quanti riguarda il batticuore, non tradiscono. Due anni fa aveva vinto il Petrarca sul campo dello strafavorito Rovigo, l'anno scorso era stata la volta del neopromosso Calvisano. E ora il Marchiol Mogliano di Umberto Casellato e Franco Properzi - solo quarto al termine della stagione regolare - ha risalito i play-off fino a vincere il titolo in casa dei Cavalieri di Prato, finora imbattuti sul proprio campo. Sedici a undici, sotto una pioggia a momenti fortissima, con tre decisioni assunte grazie alla prova tv (che in realtà non ha chiarito alcun dubbio, né sulla meta accordata a Prato, né su quelle non concesse alle due squadre). È stata la prima vittoria in campionato per il club della provincia trevigiana, cresciuto anche grazie a diversi giocatori provenienti dal Benetton, e dunque esperti di queste situazioni (un esempio per tutti, Enrico Pavanello, che ha disputato la sua nona finale).

In un finale thrilling ci sono voluti cinque minuti per sapere se il Tmo (television match officer) riteneva che il pilone argentino Roan, dopo una serie di cariche che avevano portato i padroni di casa proprio sotto i pali, avesse schiacciato in meta il pallone, ribaltando all'ultimo secondo la situazione. Poi è arrivato il "no" che ha scatenato la gioia degli ospiti. Che hanno vinto meritatamente, soffrendo tutto quello che c'era da soffrire (soprattutto negli ultimi dieci minuti, giocati con l'uomo in meno), ma proponendosi con più lucidità ed efficacia, sia in difesa sia soprattutto in attacco, e facendo fronte anche alla giornata-no del calciatore Fadalti. Belle le due mete del vecchio guerriero Onori - una al termine di una veloce azione in linea e una su cross illuminato dell'apertura Rodriguez - venute all'inizio del primo e del secondo tempo. Più casuale la segnatura di Nifo per i Cavalieri, che probabilmente chiudono un ciclo: i soldi non ci sono più e la società sarà presumibilmente ridimensionata. Intanto, dall'anno prossimo lavoreranno a Rovigo i due allenatori Pippo Frati e Andrea De Rossi: quest'ultimo - dopo quattro finali consecutive perse da giocatore del Calvisano e due perse in due anni come tecnico del XV pratese - può sperare giustamente in una sorte un po' diversa.

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