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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2013 alle ore 06:42.

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SIENA
Le amministrative di Siena si stanno concludendo come gli esperti di politica senese pronosticavano: si andrà al secondo turno, per la prima volta dopo 20 anni, pur con il candidato del centrosinistra, Bruno Valentini, che mantiene salda la maggioranza relativa dei voti. Con le prime 20 sezione scrutinate, su 50 complessive, Valentini raggiunge circa il 40% dei consensi, mentre il principale sfidante Eugenio Neri, sostenuto da liste civiche di centrodestra e di Monti (più qualche fuoriuscito del Pd locale), si ferma attorno al 24 per cento. Saranno loro due a contendersi il titolo di sindaco tra 15 giorni.
Si arresta invece all'8% circa Michele Pinassi, leader locale del Movimento 5 Stelle, che in molti ritenevano addirittura come il possibile sfidante di Valentini. Nella città del Palio quindi, a giudicare dai primi risultati, la corsa dei grillini ha un pesante arretramento, dopo aver guadagnato alle ultime politiche il 22 per cento.
Oltre ai dati più evidenti, in questa tornata elettorale senese ci sono diverse peculiarità, tipiche di questa città e non associabili al trend nazionale. Prima di tutto un largo utilizzo del voto disgiunto, fattore che peraltro ieri ha rallentato molto il conteggio dei voti nei seggi. In una città con 53mila residenti, a spingere verso la doppia scelta è probabilmente più il fattore relazionale che la strategia politica (anche se, secondo indiscrezioni, la tendenza sembrerebbe in parte motivata dal fatto che l'ex sindaco democratico Franco Ceccuzzi avrebbe spinto a votare più per la quarta candidata, Laura Vigni, appartenente alla lista "Sinistra per Siena", che per Valentini).
Altro elemento significativo è la batosta del Pd, che dalle ultime comunali perde ben 14-15 punti percentuali. A pesare sul risultato qui sarebbe più l'inchiesta giudiziaria su Mps che la fase di incertezza politica dentro il partito a livello nazionale. I democratici passano così dal 38% del 2011 a circa il 24,5% (numeri da confermare). A beneficiarne sono state soprattutto le liste civiche del centrosinistra, mentre Neri non ha guadagnato granché da questa tendenza, pur essendo stato sostenuto da una parte di transfughi del Pd locale. A Siena, infine, l'astensione è inferiore al resto d'Italia, aggirandosi intorno al 6 per cento (30mila votanti su 43mila).
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