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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2013 alle ore 06:41.

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ATENE. Dal nostro inviato
Mentre la Borsa di Atene vola guadagnando da inizio anno il 143% e il rendimento sul bond decennale scende dal 27 al 7,9% il premier greco, Antonis Samaras, è pronto a cogliere il vento a favore dei mercati mettendo in vendita i gioielli di famiglia: la società pubblica del gas Depa - su cui sembra imminente un accordo con il colosso russo Gazprom - e la rete di gasdotti della Desfa, oltre alla rete elettrica e il 33% della Dei, l'Enel greca, le ferrovie e, infine, i terreni del vecchio aeroporto Ellenikos di Atene. In lista di attesa ci sono azeri, russi, cinesi e arabi del Golfo. Ma a preoccupare Bruxelles e Washington sono le mire di Mosca sui gasdotti greci, mossa considerata come la miccia di una nuova "guerra fredda" al confine orientale della Nato, già in ebollizione per la crisi siriana.
Finora le privatizzazioni greche sono state un fallimento: dopo tre anni sono stati incassati appena 1,7 miliardi al dicembre 2012 sui 50 in programma, poi ridotti a 30 e infine a 22 miliardi di euro entro il 2020. L'unica grossa vendita andata a buon fine, tra molte polemiche sul prezzo ritenuto dall'opposizione di Syriza troppo basso, è stato il 33% di Opap, le lotterie di stato.
Ma ora Samaras, incassati i primi riconoscimenti internazionali, (è stato definito «lo statista della ripresa» dai giornali tedeschi Bild e Die Welt, mai teneri con Atene) è passato al contrattacco cercando di vendere agli stranieri quello che non è mai riuscito ai suoi predecessori. Due settimane fa si è recato in Cina per convincere Pechino a comprare, dopo il porto del Pireo, anche le ferrovie greche e l'aeroporto Venizelos (con i tedeschi di Hochtief in uscita), così da formare un sistema di trasporto combinato, e trasformare il Paese nella porta di ingresso della Cina al mercato europeo. Al ritorno da Pechino, Samaras ha fatto tappa a Baku, la capitale dell'Azerbaijan, che punta sul gasdoto Tap, Transadriatic pipeline, che dovrebbe trasportare il gas azero da Baku in Grecia via Turchia, passando poi in Albania e, con un gasdotto sottomarino, in Italia, nel punto di minor distanza tra le due coste. Il presidente azero, Ilham Aliyev, ha fatto presente ad Atene l'interesse della Socar, società di stato azera degli idrocarburi, nell'acquisto della Defsa, la rete del gas ellenica, mossa gradita anche a Washington. L'Azebaijan deve decidere entro giugno se fornire gas al Nabucco o al Tap.
Ma le privatizzazioni di asset strategici hanno suscitato i timori di Ue e Usa, quando sono venuti a conoscenza delle offerte dei russi di Gazprom di mettere le mani sulla società (Depa) e forse sulla rete del gas ellenici (Desfa), mossa da 1,8 miliardi di euro che potrebbe rimescolare le carte dei gasdotti meridionali dell'Ue che comprende Nabucco, ITGI e Tap, il Trans-adriatic pipeline.
L'ipotesi che i russi mettano le mani sui rubinetti dei gasdotti greci (la settimana scorsa era ad Atene per la sua terza visita da marzo Alexej Miller, il ceo del gigante del gas russo Gazprom) non piace a Bruxelles, che ha l'ultima parola in materia perché dovrà decidere nei prossimi mesi sulla posizione dominante di Gazprom sul mercato Ue del gas, e agli americani, che accusano il Cremlino di voler condizionare l'Europa attraverso la politica energetica. Se la Commissione Ue dovesse bocciare la proposta di Gazprom - secondo il giornale To Vima - la parte russa metterebbe in campo un'altra proposta per Defsa guidata dalla Sintez, società controllata dal tycoon russo Leonid Lebedev.
La partita geopolitica si gioca da mesi ad Atene dove esiste un "partito russo" che conta, sulle simpatie della Chiesa ortodossa, dei gruppi nazionalisti e di alcuni uomini d'affari fra cui un magnate greco di origini russe. Si chiama Ivan Savvidis, parla male il greco, ha interessi nell'industria del tabacco, è stato eletto alla Duma, è presidente della Federazione delle Comunità greche di Russia ed ha acquistato il Paok, la squadra di calcio di Salonicco, dove ora si vuole candidare come sindaco.
Poi c'è un settimanale, Epikera, che sponsorizza le scelte antitroika, a favore di un riavvicinamento a Mosca. Esiste anche un sito di argomento religioso, Romfea.gr, che sostiene la linea del trasferimento del patriarcato di Costantinopoli a Mosca. Ma ciò che brucia di più a Samaras è il mancato incontro con il presidente americano Barack Obama (che ha ricevuto il premier turco Erdogan), vertice saltato, secondo il commentatore del settimanale greco To Vima, George Lakopoulos, perché Atene è considerata troppo "sensibile" alle richieste dei russi.
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