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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2013 alle ore 06:42.

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ROMA
Il Nord, il civico e civile Nord, stavolta ha voluto marcare il suo disappunto nei confronti di una politica sempre più afona e prigioniera di antiche liturgie.
A Vicenza, dove il sindaco in carica del Pd Achille Variati sembra aver vinto al primo turno contro la leghista Manuela Dal Lago, il calo dei votanti è quasi di venti punti (dall'81,14 al 62,99%).
A Treviso, uno degli epicentri dell'enclave leghista di questa provincia per almeno vent'anni, il non voto rispetto alle comunali precedenti si è fermato a meno 17 per cento. Un'emorragia che ha penalizzato tutti, compreso l'immarcescibile ex sindaco Gianfranco Gentilini, il Super G che dopo due mandati da sindaco e due da prosindaco è tornato in pista alla non tenera età di 83 anni, raggranellando, in forza della concorrenza a destra con il candidato sindaco di Scelta civica e imprenditore Massimo Zanetti, che comunque al ballottaggio sosterrà lo sceriffo, una decina di punti in meno dell'antagonista del Pd, Giovanni Manildo.
Almeno in Veneto, la Lega patisce gli scandali interni e una prima linea di candidati sindaci logorati da una lunga permanenza in posizioni di vertice. Un risultato fotocopia in Lombardia, se si esclude l'eccezione di Brescia, con il testa a testa tra il sindaco uscente di centro-destra Adriano Paroli e lo sfidante Emilio Del Bono. A Sondrio sembra lanciato verso la vittoria il candidato di centro-sinistra Alcide Molteni, medico sfidato da altri due medici e già per tre volte primo cittadino a partire dal 1994. Anche a Lodi è avanti di dieci punti il candidato di centro-sinistra Simone Uggetti, che comunque non ce la farà al primo turno e quindi dovrà vedersela al ballottaggio con l'avversaria Giuliana Comminetti. Stesso copione a Imperia, dove Erminio Annoni, il candidato del dominus Claudio Scajola, ex ministro degli Interni e delle Attività produttive, si è fermato al 28,4% dei suffragi contro il 46,8% dello sfidante del Pd Carlo Capacci.
Vittoria ormai certa per il centro-sinistra anche a Massa Carrara, dove Alessandro Volpi è costantemente sopra il 50% dei consensi, mentre ad Ancona se la vedranno al secondo turno la piddina Valeria Mancinelli e il candidato del centro-destra Italo D'Angelo. In nessun Comune del Nord prevale o va al ballottaggio un candidato del M5S, segno della debolezza intrinseca dei candidati e di una disaffezione al voto che certo non ha favorito le forze antisistema come quella rappresentata dai grillini.
Capitolo a parte per la Valle d'Aosta, la regione a statuto speciale nella quale la coalizione di governo ha evitato il ballottaggio per soli 229 voti. La lista elettorale autonomista della Stella, alleata dell'Union Valdôtaine, ha ottenuto grazie ai resti un seggio in più rispetto al M5S: 1.180 voti contro 951. Un seggio che si è rivelato decisivo per assegnare di nuovo la maggioranza alla coalizione guidata dal medico veterinario e governatore uscente, Augusto Rollandin.
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