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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2013 alle ore 18:01.

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GERUSALEMME. È alle battute finali la lunghissima trattativa tra Israele e Santa Sede per raggiungere un accordo che dia sostanza alle questioni ancora aperte tra i due Stati, che nel 1993 siglarono l'accordo di mutuo riconoscimento.

I temi sensibili riguardano il regime fiscale delle proprietà della Chiesa e la gestione di alcuni dei luoghi santi. In particolare – confermano fonti israeliane - sarà siglata l'intesa su uno dei luoghi-simbolo, il Cenacolo, costruzione sul Monte Sion dove la tradizione cristiana indica che vi si tenne l'Ultima Cena. In mano a Israele dal 1948, i francescani della Custodia ne hanno sempre rivendicato la proprietà e l'uso, che fino ad oggi è stato vietato (solo Giovanni Paolo II vi celebrò una messa nel 2000 e Benedetto XVI vi fece un incontro nel 2009 e una preghiera).

I cattolici – e quindi la Custodia dei francescani - ne avranno l'uso completo, ma non la proprietà: resta da definire la destinazione di una piccola area attigua dedicata ad un parcheggio che non può cambiare di destinazione, e si sta studiando una forma di compensazione. Sul fronte fiscale il regime sarà molto simile a quello definito in Italia: esenzione per i luoghi di culto e tassazione per le attività "a reddito", come gli alberghi e i negozi.

Le delegazioni di Santa Sede e Israele si incontreranno di nuovo il prossimo 3 e 4 giugno: al momento la sigla finale è ancora incerta, sia perché mancano appunto dei dettagli sia perché entrambi gli Stati hanno da poco due nuovi capidelegazione: per lo Stato ebraico il nuovo viceministro degli Esteri Zeev Elken (Likud) – che ha sostituito Danny Ayalon - e per il Vaticano il nuovo sottosegretario per i rapporti con gli Stati, il maltese Antoine Camilleri, che ha preso il posto di Ettore Balestrero. A Roma i rapporti sono tenuti dall'ambasciatore presso la Santa Sede, Zion Evrony.

Per la zona archeologica di Cesarea il patriarcato latino aveva una piccola chiesa (ci sono i resti) costruita in memoria di San Paolo ma l'area fu espropriata nel 1948 e trasformata in parco nazionale: Vaticano e Israele stanno lavorando per trovare una soluzione che preveda o la possibilità di accesso e di culto in un luogo all'interno dell'area, oppure l'individuazione di una zona per una casa per pellegrini.

Sullo sfondo resta la prospettiva di una visita di Papa Francesco, forse già il prossimo anno per i 50 anni dell'incontro con il patriarca Atenagoras: ma il Vaticano prima vuol firmare l'accordo, e ora anche Israele mostra sempre maggiore interesse. Un'intesa con la Chiesa è considerato dal governo israeliano un punto diplomatico importante nell'attuale contesto del Medio Oriente, tra la crisi siriana e l'escalation fondamentalista emerso dopo le "primavere arabe".

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