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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2013 alle ore 12:46.

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Il Governo ha di fronte molte emergenze ma a differenza di quanto accaduto per i predecessori vorrebbe evitare di ricorrere in modo eccessivo alla decretazione d'urgenza. L'esperienza dell'esecutivo Monti è da questo punto di vista istruttiva: chiamato a risollevare il Paese in un momento di grave difficoltà e con la clessidra che scandiva il poco tempo a disposizione l'Esecutivo dei Professori ha prodotto 38 decreti legge in 16mesi di vita. Uno ogni 12 giorni. Un'anomalia che il Governo delle larghe intese non vuole replicare. Ma come?

Nuove regole per tempi certi
La strada è la modifica dei Regolamenti parlamentari di cui si è già cominciato a parlare nella Giunta della Camera. Oggi la presidente Laura Boldrini concluderà la sua relazione nella quale ha già dato una prima risposta al Governo che, per bocca del ministro Dario Franceschini, chiede di poter contare su una «corsia preferenziale» per i suoi provvedimenti, unico antidoto a quella febbre di decreti che finisce per colpire il potere esecutivo quando cerca di forzare tempi parlamentari, troppo spesso incompatibili con la necessaria tempestività delle decisioni da assumere.

L'apertura della Boldrini
«La richiesta del governo di disporre di procedure e tempi certi di approvazione dei ddl per evitare il ricorso ai decreti è un'esigenza da valutare positivamente ma solo se non determini uno schiacciamento del ruolo del Parlamento» è la posizione assunta dalla Boldrini. Franceschini, però, chiede di più: tempi rapidi anche per la stessa introduzione della novità, in modo da non dover aspettare il riassetto complessivo dei Regolamenti.Insomma, uno stralcio per anticipare una riforma che, comunque, non vedrebbe la luce prima dell'estate.

L'ipotesi stralcio per la «corsia preferenziale»
Una richiesta che, al momento, non pare avere molte chance di essere esaudita. «C'è un equlibrio di sistema da tutelare» spiega Gianclaudio Bressa, esponente democratico nella Giunta per il Regolamento, incaricato di mettere a punto un testo condiviso da tutta la maggioranza (Pd, Pdl e Scelta civica). La cosidetta «corsia preferenziale» per migliorare l'efficace dell'azione di governo nel lavoro parlamentare è infatti uno degli aspetti innovativi di una possibile riforma. Ma non l'unico. Nelle proposte presentate nella scorse legislature (tra cui una dello stesso Bressa) spazio è dato anche alle garanzie e ai poteri delle opposizioni. Un punto sul quale insiste Scelta civica, con il suo esponente in Giunta Gregorio Gitti che sottolinea anche l'importanza di una maggiore attenzione alle iniziative di legge popolare, Con la «corsia preferenziale», comunque, si dà al Governo la possibilità di chiedere l'urgenza per un disegno di legge che viene inserito nell'ordine del giorno dell'assemblea in tempo utile per assicurare la votazione finale entro un tempo definito (per esempio 30 giorni oppure 20 se già approvato dall'altro ramo del Parlamento). «Quello indicvato da Franceschini è un punto centrale: il Govero ha il diritto-dovere di attuare il programma» riconosce Elio Vito (Pdl) che però sottolinea, anche lui, la necessità di contemperare questa prerogativa con gli altri aspetti dei lavori parlamentari.

Il «voto bloccato»
Bressa spiega che una delle novità dei lavori parlamentari potrebbe essere l'introduzione del cosiddetto "voto bloccato", introdotto in Francia con la riforma del 2008. Per alcuni disegni di legge (per esempio la finanziaria, la conversione di legge comunitarie e altri testi dichiarati urgenti) il Governo può chiedere prima dell'esame degli emendamenti di un articolo, di votare un emendamento sostitutivo dell'articolo steso. Se approvato tutti gli altri emendamenti riferito a quell'articolo decadono. E tempi si riducono bruscamente.

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