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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2013 alle ore 15:28.

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Roberta Lombardi e Riccardo NutiRoberta Lombardi e Riccardo Nuti

Nonostante il capogruppo uscente del moVimento 5 Stelle alla Camera, Roberta Lombardi, abbia ripetuto in questi mesi che lei e Vito Crimi sono «persone normali», non politici di professione, estranei ai giochi di Palazzo e alle relative dinamiche, sono diventati due personaggi mediaticamente spendibili quasi ogni giorno, per carta stampata, radio, tv, ovviamente web. La loro «normalità» ha brillato di luce propria, nonostante l'ingombrante capo e il punto del programma M5S «uno vale uno». Gaffe, opinioni sul «fascismo buono» scacciato poi da quello «cattivo», pisolini in Aula, commento su un possibile secondo mandato al presidente Napolitano «si goda la vecchiaia, vuole fare il nonno» (la seconda volta sul Colle però è andata meglio, i due capigruppo sembravano già più istituzionali). Tre mesi di scontrini esibiti, richieste di aiuto online per i rimborsi dopo la perdita di portafoglio e ricevute, conferenze stampa senza domande, streaming fatti e subiti; nei momenti di difficoltà, il silenzio e il rifugio nel capo e nel moVimento, nel frattempo poco in forma alla prova trasparenza e diaria, ma reattivo nell'espellere il senatore Mastrangeli perché ospite in tv di Barbara D'Urso. I due ora vanno: s'è appurato che si può anche fare, visto che in un primo momento le regole parlamentari sembravano destinare Lombardi e Crimi all'inamovibilità.

Mentre si scrive questo articolo, e si cercano dichiarazioni di una certa evoluzione istituzionale della capogruppo Lombardi, le agenzie battono un nuovo status Facebook della dimissionaria sull'affare "spie e diffusione mail fra deputati M5S": «L'ho scritto e confermo: chi tra i deputati passa mail del gruppo e stralci di riunioni dell'assemblea alla stampa, togliendoci anche la libertà di parlare tra noi tranquillamente, è una merda. Notiziona eh?». Continua Lombardi: «Mentre la Commissione Ue ci fa fintamente uscire dalla procedura di infrazione ma ci commissaria ancora una volta, mentre il governo guadagna tempo con finte riforme costituzionali, posticipo dell'Imu con caos nelle dichiarazioni e traccheggiamenti su aumento Iva, mentre un'azienda italiana al minuto chiude, la notizia del giorno è la Lombardi che scrive che chi da mesi passa mail riservate e manda sms in tempo reale durante le nostre riunioni alla stampa è una merda... Ma che notizia è???».

Tre giorni fa a Radio 24, Lombardi ha spiegato che la rotazione serve a far sì che i cittadini «non si affezionino» troppo ai portavoce. Il suo bilancio dell'esperienza: «è stato faticoso, perché sono una persona normale, come il mio collega Vito Crimi. Non eravamo, forse, abbastanza preparati psicologicamente all'impatto che c'è stato, forse anche per il risultato elettorale in bilico. Avremmo voluto iniziare subito a lavorare, con l'apertura delle commissioni, invece ci siamo trovati per due mesi in questo circo della politica fatta dai partiti. Speriamo di aver agevolato la strada a chi verrà dopo: per la Camera è Riccardo Nuti, per il Senato dovrebbero scegliere in questi giorni».

Nuti, 31 anni, di Palermo, account twitter @Riccardo_Nuti, perito tecnico informatico "planner e analista di processi aziendali" in un'azienda di tlc, stamattina ribadisce la linea Cinque Stelle ma, pare, con altri toni: «L'argomento (mail fra deputati M5S e caso spie ndr) ha importanza zero per gli italiani se si pensa che ieri il Pd poteva abolire il porcellum insieme a noi. Evidentemente se interessa così tanto l'email di Lombardi, in Italia non abbiamo problemi». «Non finisce il mondo - aggiunge Nuti - se qualcuno manda un'email all'esterno del gruppo, se questa persona vuole palesarsi bene. Spaccature? Noi siamo compatti e questo si è visto in Aula anche ieri. Spie? Ma per carità, non è un grande problema. Se qualcuno ritiene che questo Movimento non è in linea con le sue aspettative, noi non costringiamo nessuno a rimanere».

Il giovane Nuti aderisce al M5S nel 2007 perché stanco della «non politica» dice in un'intervista con Palermotoday, l'anno scorso ottiene 11mila preferenze come candidato sindaco di Palermo. È il più votato per il consiglio comunale ma ne resta fuori assieme al suo partito che non raggiunge il 5 per cento. Eletto a febbraio scorso, è il portavoce del M5S Palermo (qui il sito) e vicepresidente alla Camera del M5S. Tra i suoi interventi a Montecitorio, quello per «garantire i diritti delle coppie omosessuali a tutti e non a pochi» cioè no solo alla Casta, e no alla fiducia chiesta dal governo Letta ( qui il video), intervento letto che parte dal non risolto conflitto di interessi di Berlusconi, passa all'inutilità di Tav e Ponte sullo Stretto, la vergogna delle discariche siciliane e arriva alle bombe di Capaci. Sottolinea che ci sono «troppe domande e molti indizi». Lo fa come chi, leggendo i fogli di appunti, scopre il punto interrogativo alla fine della frase, e improvvisamente cambia il tono della voce in domanda. Conclude: «La fiducia è una cosa che si conquista nella vita giorno per giorno».

Dopo il flop alle amministrative di domenica scorsa, è però Nuti a rilasciare un commento tipicamente politico: «Non ci si poteva aspettare un grande risulto come alle nazionali. Paragonare è assurdo. Noi - dice - veniamo da Comuni in cui ambivamo al 5% mentre oggi è normale arrivare al 9%. Non è un risultato catastrofico». Sembra anche meno vittimista di altri colleghi rispetto al "cattivo trattamento" dei giornali: «L'autocritica non è legata alla presenza in tv o meno, ma alla presenza sul territorio che è venuta meno perché ultimamente siamo stati impegnati su altri temi. Poco spazio? È vero, ma la differenza la fa la presenza sul territorio. Le migliori forze del Movimento mandate in Parlamento le abbiamo sottratte al territorio. Scontrini e diaria? Può essere anche questo, ma sono argomenti da gossip».

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