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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2013 alle ore 06:40.

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ROMA
Prevenzione antisismica, il mercato degli interventi sugli edifici ad alto rischio vale 36 miliardi di euro. E se si considera l'intero patrimonio residenziale italiano, la cifra potrebbe salire ancora. Sono le stime dell'Oice, l'organizzazione delle società di ingegneria e di architettura, sul business degli interventi di messa in sicurezza del costruito, che comprendono progetti di adeguamento e miglioramento antisismico sugli edifici in muratura, cemento armato e sulle strutture in acciaio (si veda lo speciale sul numero 22 del settimanale "Il Sole 24 Ore-Edilizia e Territorio"). Un quadro che potrebbe ridare fiato al settore della progettazione, molto provato dalla crisi, e offrire nuove opportunità a imprese e professionisti (architetti, ingegneri, ma anche geometri). Ma che risulta frenato da iter autorizzativi troppo lunghi e dalla quasi assenza di sgravi fiscali importanti. In questo senso, l'estensione del bonus 55% per il risparmio energetico anche alle ristrutturazioni antisismiche potrebbe rappresentare un volano per il settore. Anche se, con tutta probabilità, il pacchetto di sconti fiscali messo a punto dal Governo sarà limitato ad alcune categorie di edifici, anche industriali, situati nelle aree territoriali classificate "a rischio" dal Dipartimento della Protezione Civile.
D'altro canto già il rapporto 2012 Ance-Cresme sullo stato del territorio italiano aveva evidenziato numeri consistenti: oltre 10 milioni di abitazioni e 5,4 milioni di edifici (l'86% residenziali) esposti ad «elevato rischio sismico», il 60% delle costruzioni (7 milioni) realizzate prima dell'entrata in vigore della normativa antisismica (legge 64/1974). E oltre 2 milioni e mezzo di edifici in uno stato di conservazione «pessimo» o «mediocre».
«Se si considera che in Italia, secondo l'Istat, abbiamo un totale di 27 milioni di unità abitative con un valore di ricostruzione pari a 3.900 miliardi - spiega Giorgio Lupoi, ingegnere dello Studio Speri e consigliere delegato dell'Oice - che il 44% del territorio è a elevato rischio sismico, che il 60% degli edifici risulta costruito prima del 1974, anno di entrata in vigore delle norme antisismiche, che il 35% degli edifici è da adeguare e che il costo dell'adeguamento è pari al 10% del costo di costruzione, possiamo stimare un valore potenziale del mercato pari a 36 miliardi di euro».
Opportunità che si potrebbero cogliere anche con interventi relativamente «semplici e poco costosi», visto che, secondo i professionisti, la manutenzione e il controllo delle strutture degli edifici hanno effetti notevoli sulla mitigazione del rischio. «La maggior parte delle stime presentate quando si parla di mitigazione del rischio sismico - spiega Lupoi - non tengono in considerazione che la manomissione o modifica delle strutture occorse nel corso degli anni, insieme con le criticità puntuali, sono tra le principali cause di vulnerabilità degli edifici residenziali».
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I NUMERI
5,4 milioni
Edifici a rischio
Secondo il rapporto 2012 Ance-Cresme oltre 10 milioni di abitazioni e 5,4 milioni di edifici (l'86% residenziali) sono esposti ad elevato rischio sismico
35%
Edifici da adeguare
In Italia il 44% del territorio è a elevato rischio sismico. E il il 60% delle costruzioni (7 milioni) sono state realizzate prima dell'entrata in vigore della normativa antisismica. Il costo dell'adeguamento è pari al 10% del costo di costruzione

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