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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2013 alle ore 06:53.

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ROMA
La sospensione dell'acconto di giugno andava concessa anche (e soprattutto) alle imprese. A sottolinearlo sono stati ieri mattina i tecnici della Copaff, la commissione tecnica per l'attuazione del federalismo fiscale, nell'audizione sul decreto Imu-Cig all'esame della Camera.
Partiamo dalla Copaff. Nella memoria illustrata davanti alla commissione Finanze di Montecitorio, Luca Antonini, Alberto Zanardi ed Ernesto Longobardi, si sono soffermati innanzitutto sulla sospensione accordata dal Dl Imu-Cig. Evidenziando, da un lato, che sarebbe stato preferibile un «approccio più selettivo nella concessione del beneficio per quanto riguarda l'abitazione principale» che privilegiasse ad esempio i contribuenti a basso reddito, e, dall'altro, che sarebbe stato «opportuno prevedere la sospensione, o quantomeno la riduzione, dell'acconto relativo agli immobili di pertinenza delle imprese» che nel passaggio dall'Ici all'Imu hanno subito un «sensibile incremento di pressione fiscale». Due esigenze che i tre esperti hanno chiesto di tenere presenti anche nella riscrittura dell'intera tassazione immobiliare da realizzare entro il 31 agosto. Suggerendo, a tal proposito, di potenziare il sistema delle detrazioni anziché eliminare tout court l'imposta sulla prima casa e diminuire le aliquote o il moltiplicatore delle rendite applicabili ai beni strumentali delle aziende anziché rendere il tributo deducibile dall'Ires. Alla richiesta di ridurre il prelievo sulle aziende si sono unite Rete imprese Italia e Confapi mentre Confedilizia ha contestato la classificazione delle case di pregio che non beneficeranno della sospensione.
Quanto alla riforma complessiva, da ieri è ormai ufficiale che arriverà in tempi brevi. Come il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, ha spiegato durante l'incontro tecnico pomeridiano con i vertici dell'Anci guidati dal presidente Alessandro Cattaneo. E infatti a breve partirà anche il tavolo politico che dovrà metterla a punto le nuove norme. I sindaci sono stati tranquillizzati anche su altri tre punti a loro cari: il termine per la presentazione dei bilanci slitterà a dopo l'estate, la spending review sarà collegata ai costi e fabbisogni standard; l'anomalia dei 300 milioni che i municipi sono costretti a pagare a loro stessi sugli immobili comunali sarà presto sanata.
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