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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2013 alle ore 08:23.

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di Dino Pesole

Riparte il convoglio della legge delega sul fisco, con un iter di approvazione che si annuncia rapidissimo, grazie all'intesa politica preliminare raggiunta nella maggioranza di governo. Giovedì scorso in sede di ufficio di presidenza della commissione Finanze della Camera, si è deciso di riproporre all'esame del Parlamento il testo del ddl presentato dal governo Monti ad opera dell'allora sottosegretario all'Economia, Vieri Ceriani, che nella scorsa legislatura è andato a un passo dall'approvazione definitiva.

Il provvedimento già approvato dalla Camera e dalla commissione Finanze del Senato, si arrestò prima di varcare le soglie dell'aula di Palazzo Madama per la congestione legislativa determinatasi a ridosso dello scioglimento delle Camere. Ora si riparte proprio da quel testo che nella nuova versione reca come prima firma quella del presidente della stessa commissione Finanze, Daniele Capezzone, d'intesa con il capogruppo Pd, Marco Causi, quello di Scelta Civica e anche della Lega. A seguire l'iter di approvazione della delega, questa volta nelle sue funzioni di consigliere del ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, sarà lo stesso Ceriani.
Procedura consentita da un'apposita norma presente nei regolamenti, sia della Camera che del Senato, in base alla quale è possibile ripescare entro sei mesi dall'inizio dell'insediamento delle nuove Camere testi già approvati da uno dei due rami del Parlamento nella precedente legislatura.

Si procederà speditamente attraverso il lavoro di una sorta di «comitato ristretto unico» Camera-Senato, partendo dal testo che venne approvato in prima lettura dall'aula di Montecitorio nella scorsa legislatura, comprensivo degli emendamenti che vennero introdotti nel successivo esame da parte della commissione Finanze del Senato. Si punta a far partire il convoglio della delega a partire dal prossimo 20 giugno, e attraverso una sorta di corsia preferenziale arrivare al via libera definitivo da parte del Senato prima della pausa estiva.
A quel punto, incassato il via libera all'impianto della delega, il governo presenterà già tra settembre e ottobre i primi due decreti legislativi. In primo piano, accanto alla riforma del catasto, il capitolo delle semplificazioni e dell'abuso del diritto. E poi il riordino delle agevolazioni fiscali (si veda anche l'articolo riportato sotto). Punti qualificanti della delega, che lo stesso Saccomanni nell'intervista di due giorni fa al Sole 24-Ore ha inserito esplicitamente nell'agenda degli impegni programmatici del governo, da qui all'autunno. La sollecitazione a intervenire in tal senso è contenuta anche nelle raccomandazioni che la Commissione europea ha rivolto all'Italia nel chiudere la procedura per disavanzo eccessivo.

Percorso che si intreccia alla riforma generale dell'imposizione sugli immobili, che il governo si è impegnato a presentare in Parlamento entro la fine di agosto.
Da un lato, la nuova Imu rimodulata e rivista, dall'altro la revisione degli estimi catastali, necessaria - lo ha spiegato lo stesso Saccomanni - per evitare che appartamenti situati in zone periferiche delle grandi città si trovino a dover pagare imposte sull'abitazione più elevate di immobili con caratteristiche simili situate nei centri storici.
E poi il capitolo delle agevolazioni: 720 secondo il censimento condotto dallo stesso Ceriani, incaricato nella primavera del 2011 dall'allora ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, di presiedere una commissione ad hoc. Sconti, deduzioni, detrazioni che erodono gettito per oltre 160 miliardi, e che entreranno a far parte delle coperture indicate dallo stesso Saccomanni per gli interventi in cantiere.
Le misure qualificanti contenute nella delega - spiega Causi - sono state proposte anche nel rapporto della commissione dei saggi nominata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Ci è parso fondamentale recuperare il frutto di oltre un anno di lavoro, portato avanti nella scorsa legislatura durante il governo Monti, che ha già condotto a una larghissima condivisione sul testo che ora viene riproposto all'esame del Parlamento. Vi sarà un lavoro iniziale di limatura, ma l'impianto resta pienamente confermato».

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