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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2013 alle ore 19:15.

Per il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, la vicenda dell'Ilva «è una situazione tale, se non saremo capaci di dargli un'impostazione che rispetti i diritti della proprietà e tutto quello che è connesso a un'attività manifatturiera di questo tipo, sarà poi difficile richiamare in Italia ulteriori investimenti esteri e impossibile svolgere attività siderurgiche: temo che tutto ciò possa allargarsi a macchia d'olio, ad altri settori come la chimica».
In gioco la possibilità di fare industria pesante in futuro
Intervistato durante una tavola rotonda all'assemblea dell'associazione industriale di Lecco, Squinzi aggiunge che «non posso essere più puntuale su questa decisione perchè mi mancano tutti gli elementi contenuti nel decreto, ma la preoccupazione è massima perchè in gioco ci sono 50mila posti di lavoro e tutta la siderurgia italiana». Il gruppo Marcegaglia ad esempio «riceve 3,5 milioni di tonnellate da lavorare, sono preoccupati da un possibile blocco». «È una partita complessa ed emblematica per il Paese», conclude Squinzi per il quale in gioco c'è «la possibilità per il futuro di fare industria pesante e complessa nel nostro Paese». Su Bondi il presidente di Confindustria aggiunge infine che «è un chimico come me, che conosco da tempo e che ha dato tante prove di sè come manager capace di gestire situazioni complicate, non ho nulla da dire».
Il duro commento di Federacciai
Duro il giudizio di Federacciai sul decreto. Il commissariamento dell'Ilva è «sbagliato e sproporzionato» perché per risolvere «un problema di enorme complessità, rischia di fare un disastro». Per il presidente Antonio Gozzi, con questo decreto si «crea un pericolosissimo precedente» per «tutta la media e grande impresa nazionale». «La norma - precisa Gozzi - crea un pericolosissimo precedente perché vale per tutti i siti di interesse nazionale, che fino a oggi sono tutte le fabbriche con più di 200 addetti, vale a dire tutta la media e grande impresa nazionale. Ognuna di queste fabbriche da oggi rischia di essere commissariata non per decisione di un Giudice, ma soltanto per contestazioni di violazione di norme ambientali effettuata da un Pm inaudita altera parte».
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