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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2013 alle ore 17:18.

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Ambasciatore Usa lascia le ricette per l'Italia in crisiL'ambasciatore statunitense uscente promuove il governo Letta e lascia le sue ricette per il rilancio dell'ItaliaAmbasciatore Usa lascia le ricette per l'Italia in crisiAmbasciatore Usa lascia le ricette per l'Italia in crisiAmbasciatore Usa lascia le ricette per l'Italia in crisiAmbasciatore Usa lascia le ricette per l'Italia in crisi

VENEZIA - È quasi un memorandum per il Governo e le imprese quello che davanti a imprenditori e opinion leader italiani e americani snocciola l'ambasciatore statunitense David H. Thorne giunto alla conclusione del suo mandato. «Ora tornerò a Washington a lavorare per un certo periodo con il segretario di Stato John Kerry» ha annunciato Thorne parlando alla colazione che ha aperto oggi al Lido di Venezia i lavori del Consiglio per le relazioni Italia-Usa che fu fondato dall'avvocato Agnelli e dal banchiere David Rockefeller.

Secondo Thorne, Letta «ha assunto l'incarico dopo uno stallo di due mesi ereditando sfide molto difficili; penso che Napolitano abbia scelto bene perché Letta è un politico di grande esperienza e in grado di conciliare posizioni politiche diverse». A giudizio dell'ambasciatore, Usa Letta ha tutte le carte in regola per sconfiggere «interessi e particolarismi», sa parlare a tutti come sta facendo con le misure per contrastare la disoccupazione giovanile.

Letta è, per Thorne, la persona giusta per affrontare una crisi che «non potrà essere superata con minori tassi o con interventi finanziari di Wall Street». Thorne ha anche spiegato che gli Stati Uniti attendono di ottenere i finanziamenti privati per la costruzione di un padiglione all'Expo del 2015 di Milano e ha invitato le imprese italiane a proseguire il loro impegno senza attendersi aiuti dall'esterno.

Al Governo Thorne suggerisce di puntare sulla lotta alla burocrazia e sugli investimenti nei settori innovativi. «Negli Stati Uniti - ha ricordato- per ogni 37mila dollari investiti dai cosiddetti Angel Investors si creano almeno quattro nuovi posti di lavoro».

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