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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2013 alle ore 21:52.

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Sergio Parisse (Ansa)Sergio Parisse (Ansa)

Si sente ancora il buon sapore della vittoria sull'Irlanda, pensando alla Nazionale di rugby. Ma da quel successo nell'ultimo turno del Sei Nazioni sono passati quasi tre mesi, ed è di nuovo ora di tornare in campo. Per un altro dei punti fermi del calendario rugbystico: la tournée di giugno, a fine stagione, per sfidare (spesso) le migliori squadre dell'emisfero sud.

Stavolta la novità è che non si tratterà di test match in un certo senso slegati, ma di un torneo, la Castle Lager Series, di cui domani si disputa la prima giornata. Con gli Azzurri subito davanti all'ostacolo più difficile: gli Springboks, cioè i padroni di casa sudafricani. Si gioca a Durban, mentre l'altro incontro di giornata è Scozia-Samoa. Sabato 15, a Nelspruit, sarà la volta di Samoa-Italia e Sudafrica-Scozia. E il 22, a Pretoria, sulla base dei risultati ottenuti nei primi due incontri, ci sarà una finale per il primo posto tra le due squadre che hanno fatto meglio, mentre le altre due si giocheranno la terza posizione.

È chiaro che il piazzamento ha un'importanza relativa, mentre interessa parecchio vedere se l'Italia confermerà il buon livello mostrato in inverno/primavera e se il ct Jacques Brunel potrà dire, alla fine del trittico, di avere ulteriormente allargato la rosa di giocatori davvero arruolabili a livello internazionale.

Dei 32 convocati per il tour, infatti, cinque (il tallonatore Manici, il seconda linea Cedaro, il mediano di mischia Chillon, l'apertura Di Bernardo e l'ala Sarto)non hanno presenze in azzurro e altri cinque si fermano a meno di 10 "caps". Di questi, intanto, uno solo entra nella rosa dei 22 per domani. E va direttamente nel XV titolare, nientemeno che in cabina di regia. Buona fortuna ad Alberto "Beto" Di Bernardo, mediano di apertura italo-argentino del Benetton, che sarà anche esordiente ma inesperto non è di sicuro, visto che viaggia verso i 33. Gioca perché ha disputato una stagione molto buona, ma (inutile nasconderlo) anche perché da noi l'albero dei numeri 10 continua a non dare frutti. E ormai, a due anni dai prossimi Mondiali, ci ritroviamo con due ultratrentenni (Di Bernardo e Orquera) per questo ruolo-chiave.

A proposito di ultratrentenni, fa piacere rivedere dal primo minuto in azzurro l'ex capitano Marco Bortolami, alla presenza n. 95, in una mischia attesa da un compito molto duro. Ma la prima linea rinnovata (con i piloni Alberto De Marchi e Cittadini al posto del ritirato Lo Cicero e di Castrogiovanni, in panchina) e una terza di sicuro livello internazionale (con Parisse, Barbieri e un Alessandro Zanni arrivato alla quarantanovesima partita consecutiva con l'Italia) può sperare di impegnare il pacchetto sudafricano. Nel reparto arretrato c'è curiosità per una coppia di centri (composta da Sgarbi e dal giovane Morisi) inedita in azzurro.

Pronostico tutto per i verde-oro, che appartengono all'élite mondiale e finora ci hanno battuti 10 volte su 10. Il ct Meyer lancia tre "nuovi" (l'estremo le Roux, il mediano di mischia Vermaak e il flanker Arno Botha) in una squadra che, come al solito, non ha punti deboli.

COSÌ IN CAMPO
(ore 17,15, diretta Sky Sport 2)
Sudafrica: le Roux; Habana, Engelbrecht, de Villiers (cap.), Basson; M. Steyn, Vermaak; Spies, A. Botha, Louw; Kruger, Etzebeth; du Plessis, Strauss, Mtawarira. A disposizione: Ralepelle, Nyakane, Oosthuizen, van der Merwe, Coetzee, Pienaar, Lambie, Serfontei,

Italia: Masi; Venditti, Morisi, Sgarbi, McLean; Di Bernardo, Gori; Parisse (cap.), Barbieri, Zanni; Bortolami, A. Pavanello; Cittadini, Ghiraldini, Alberto De Marchi. A disposizione: Giazzon, Aguero, Castrogiovanni, Bernabò, Furno, Botes, Orquera, Iannone

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