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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2013 alle ore 20:19.

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Gas, il ministro azero dell'Energia Aliyev: nel Corridoio sud c'è spazio per West Nabucco e Tap

«C'è abbastanza gas per tutti e due i progetti». Nessuno sconfitto, dunque, ma, potenzialmente, due vincitori. Uno nel breve termine, e un altro qualche anno dopo. A colloquio con il sole 24 Ore, questa volta il ministro azero dell'Energia, Natig Aliyev, preferisce non sbilanciarsi troppo, ma apre a una soluzione interessante.

La posta in gioco è molto alta: scegliere in queste settimane quale dei due progetti ancora in corsa si aggiudicherà il Corridoio sud, il gasdotto per trasportare il gas naturale del giacimento azero di Shah Deniz II ai mercati europei aggirando il territorio russo e riducendo così la dipendenza europea dal gas di Mosca. In lizza sono rimasti il West Nabucco (un tubo lungo 1.330 chilometri che attraverserà Bulgaria, Romania e Ungheria per arrivare in Austria) e il Tap (Trans adriatic pipeline). Quest'ultimo, in cui figurano la svizzera Axpo (42,5%), la norvegese Statoil (42,5%) e la tedesca E.ON (15%), prevede un percorso di 800 km attraverso Grecia e Albania per poi approdare, dopo 115 km nel Mar Adriatico, fino alle coste pugliesi. Dopo tanti rinvii la selezione del vincitore dovrebbe essere annunciata entro giugno. In palio 16 miliardi di metri cubi l'anno, di cui sei assorbiti dal mercato turco e 10 destinati a quello europeo. Grazie al gas dell'Azerbaijan prima, o anche dopo, l'Italia potrebbe dunque divenire un hub commerciale per il gas europeo.

Ai margini della conferenza internazionale "La geopolitica dell'Azerbaijan e la sicurezza energetica Europa" organizzata a Vienna, Aliyev precisa: "Perché escludere un progetto? C'è abbastanza gas, e in un futuro vicino l'Azerbaijan avrà le potenzialità per far entrare in produzione nuovi giacimenti, sempreché la domanda sarà in grado di assorbirlo. Nabucco West e Tap potrebbero coesistere. Una soluzione del genere l'aveva già prospettata giovedì scorso il vice presidente di Bp Shah Deniz II , Alasdair Cook, parlando di "two pipeline solution". «Non vogliamo vedere un gasdotto che perde. Vogliamo vedere una soluzione che nel lungo termine includa due gasdotti».
Le motivazioni addotte dal ministro Alyev sembrano convincenti: «Nel 2001 l'opinione prevalente era che l'Azerbaijan non avesse abbastanza gas e petrolio per offrire una sicurezza energetica all'Europa. Forse c'era del vero. Le riserve erano stimate a 1,2 migliaia di miliardi di metri cubi (bcm). Ma le successive scoperte, come Umid , Nakhchivan, Absheron , e le acque profonde hanno accresciuto le riserve. Oggi ammontano a 2,7 migliaia di miliardi di metri cubi. Abbiamo dunque molte opportunità per aumentare rapidamente la produzione». Entro il 2025 l'Azerbaijan sarà in grado di produrre 55 miliardi di metri cubi – aveva dichiarato Rovnag Abdullayev, il presidente di Socar la compagnia energetica nazionale dell'Azerbaijan. Un bel salto rispetto agli attuali 26-28 miliardi di metri cubi . «Il giacimento di Umid potrebbe produrre 6 miliardi di metri cubi, e l'estrazione potrebbe già essere avviata nel 2020-2022», ha spiegato al Sole una fonte di Socar.

«Tutto dipenderà dal mercato, se sarà in grado di assorbire ulteriori quantità di gas – continua Alyev – ma se la prima fase del corridoio sud dovesse funzionare con successo, e sarà quindi remunerativa, ritengo probabile che anche il Turkmenistan vorrà fornire i mercati europei attraverso l'Azerbaijan, e così potrebbe fare anche il Kazakistan».
Il Turkmenistan dispone di grandissime riserve di gas. Occorrerà tuttavia costruire il Trans Caspian Pipeline, un gadsotto discusso che per ora i turkemni non sono interessati a finanziare. «Da parte nostra tecnicamente non ci sono problemi – continua Alyev - . È' un progetto lungo circa 300 chilometri che potrebbe costare complessivamente 4-5 miliardi di dollari. Il problema è politico. La Russia che ha sempre acquistato il gas turkmeno e che confina con il Turkmenistan è contraria. Ma l'Europa è un mercato stabile, quindi appetibile. Il Turkmenistan sta esitando al momento anche perché ha già un suo mercato la Russia, i paesi asiatici, come la Cina».
Anche l'originario progetto del Nabucco, ideato per trasportare 32 miliardi di metri cubi, era mal visto dalla Russia, che aveva lanciato l'alternativo South Stream, il gasdotto che dovrebbe trasportare grandi quantità di gas russo attraverso il Mar Nero direttamente in Europa. Per una serie di ragioni il Nabucco è stato ridimensionato, prendendo così il nome di Nabucco west.

Secondo alcune fonti del Sole il Tap sarebbe in vantaggio. Ma tutto è ancora possibile. «Al momento il fattore che sarà preso in maggiore considerazione è la rapidità del ritorno commerciale», ha concluso Alyev. Il progetto che dovrebbe approdare in Italia avrebbe comunque dei punti di forza rispetto al Nabucco. «Da un punto di vista teorico – ci aveva spiegato Giampaolo Russo, country manager per l'Italia del progetto Tap - il Trans Adriatic Pipeline presenta un percorso più breve, e ha quindi un costo economicamente inferiore. I tempi di esecuzione si aggirano intorno ai 3/4 anni. Siamo dunque pienamente in linea per la realizzazione. Attraverso una rete già esistente e pianificata di gasdotti, il Tap potrebbe agevolmente fornire gas anche all'Europa sud orientale ed occidentale, compresa la gran Bretagna».

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