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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2013 alle ore 10:52.

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(Corbis)(Corbis)

«Ti indebiteresti mai per sette giorni alle Maldive? O cinque a Courmayer?». La risposta più ovvia sarebbe no. Quella più diffusa, a quanto pare, è sì. Almeno a sfogliare i dati dello scorso anno. Nel primo semestre 2012 gli italiani avevano chiesto e ottenuto qualcosa come 24 milioni di euro di finanziamenti per viaggi e soggiorni vacanzieri.

Senza smentirsi per il Capodanno 2012/2013: i prestiti per volare all'estero, o sciare sulle Alpi, sono cresciuti del 12% rispetto all'inverno 2012-2013. Nonostante la percentuale di chi è partito anche in inverno sia calata del 14%.
Morale: c'è chi rinuncia. E chi non rinuncia, ricorre al credito al consumo. Nel 2013, secondo l'Osservatorio gennaio-aprile di PrestitiOnline, il settore "Hobbies, viaggi e vacanze" resiste tra le prime dieci finalità dei prestiti erogati.

Calano leggermente le richieste (dall'1,7% del 2012 all'1,2% calcolato tra gennaio ed aprile 2013). Restano alte le somme: nei primi quattro mesi dell'anno scorso si è registrato un importo medio di 4500 euro, con durata tra i 24 e i 36 mesi. E, tra gli over 55, la media cresce fino a 6600 euro. Con il rischio che sette o dieci giorni di relax fuori dall'Italia comportino fino a 2mila euro di interessi.
Quindi, o debito o addio vacanze? Naturalmente no. Simuliamo tre casi e vediamo "sul campo" quanto può costare un prestito. Per calibrare le proprie disponibilità, e imbarcarsi a mente sgombra.

A Parigi: padre, madre, due figli (e Disneyland)
Una coppia di dipendenti con contratto a tempo indeterminato, di 41 e 40 anni, pianificano una vacanza a Parigi con i due figli, nella prima settimana di agosto. Entrambi percepiscono uno stipendio mensile di 1900 euro. Prenotano i voli con una compagnia low cost, in anticipo di due mesi (giugno-agosto) sulla data di partenza. Spendono in totale 301,84 euro, per quattro, andata e ritorno. Trovano un hotel economico, 56 euro a notte. Il soggiorno previsto è di quattro notti, quindi il totale sarà di 896. Varie ed eventuali, come trasporti, vitto, gite fuori Parigi, musei privati, Eurodisney per i bambini… La famiglia fa e rispetta un preventivo tra i 600 e i 1000 euro.
L'esborso è di 2170 euro. Una cifra rilevante, ma accessibile. Supponiamo che la famiglia richieda un prestito di 2500 euro: l'offerta più vantaggiosa prevede un rimborso a soli 219 euro mensili (Tan 8,50% e Taeg 11,26%) per un anno. Il risultato è 2628 euro. Per una vacanza che era abbordabile con 300 euro in meno, i genitori devono pagare 128 euro in più.

Sognando California. Con l'incubo delle rate
Due 35enni, con contratto a tempo determinato, progettano il viaggio della vita: California. Percepiscono uno stipendio di 1500 euro. Los Angeles è lontana, e costosa. Per aggiudicarsi un biglietto sotto i 500 euro, devono prenotare con larghissimo anticipo. Se la cavano bene: 1812 euro in due, andata e ritorno. Più alberghi, visita al Grand Canyon, auto a noleggio… La cifra lievita.
Una soluzione a portata: prestito da 5mila euro, con rate mensili di 156 euro (Tan fisso al 7,40% e Taeg all'8,44%) per 36 mesi. Con quella cifra, il volo è pronto e la California arriva. Peccato che, al ritorno, si paghino più di 600 euro in interessi: il totale delle rate ammonta a 5616 euro. Contro i 5000 dell'importo. E contro i 3500 che un viaggio organizzato con le modalità della "coppia parigina" (meno intermediari, più informazioni, più anticipo…) avrebbe richiesto.

Vacanza perfetta. Interessi netti al 17%
Tra i meno giovani, l'importo richiesto cresce. Supponiamo che due pensionati, di 65 anni ciascuno, decidano di concedersi una vacanza con tutti i comfort. Poco pratici con internet, intercettano un'offerta con prestito annesso: 6000 euro, con rate da 147 euro da spalmare addirittura sulla lunghezza dei quattro anni (48 mesi). Il Tan è al 7,65%, il Taeg a neppure il 9 (8,65%). Il risultato è che dovranno pagare 1056 euro in interessi, oltre un sesto del totale, il 17% circa al netto di tutti gli oneri. Il doppio dell'assegno mensile ricevuto da circa il 35% dei pensionati italiani.

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