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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2013 alle ore 16:27.

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Giovanni Manildo (Ansa)Giovanni Manildo (Ansa)

Dopo quasi vent'anni, Treviso ha congedato Roberto «Genty Gentilini», lo storico sindaco leghista della città. «Treviso città deleghizzata», è scritto nello striscione di una supporter del nuovo sindaco della città veneta, l'esponente del Pd, Giovanni Manildo. Il dato politico rimane la debacle della Lega Nord, che perde uno dei suoi luoghi simbolo. Tanto che più che la vittoria, ampia, di Manildo, la notizia é la sconfitta di Gentilini, la chiusura netta di un periodo della storia della città.

Gentilini, 84 anni, era stato ininterrottamente alla guida del capoluogo veneto dal 1994: per due volte come primo cittadino a tutti gli effetti, per altre due come vice del successore e compagno di partito Giampaolo Gobbo. Anche se, a dire di molti,«il sindaco» per eccellenza era sempre rimasto lui. Gentilini è uscito sconfitto dalla corsa a sindaco di Treviso, città dove la Lega ha governato negli ultimi 20 anni.

Per Giancarlo Gentilini la sconfitta a Treviso è legata al fatto che è mancato »il supporto della Lega e del Pdl. Io i miei voti me li sono presi. Mi sono mancate le stampelle. Mi hanno buttato nel fango della sinistra». Manildo, candidato del Pd, sta confermando il vantaggio della prima sessione elettorale.

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