Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2013 alle ore 06:43.

My24


Il gigante russo del gas, Gazprom, che aveva messo sul piatto 900 milioni di euro per ottenere le chiavi della società del gas ellenico Depa, un'impresa strategica nei futuri sviluppi della rete dei gasdotti diretti verso l'Europa, ha ritirato a sorpresa la sua offerta.
Anche l'altro partecipante all'asta, la società M&M Gas, una joint venture formata dalle società greche dell'energia Motor Oil e Mytilineos, che alla vigilia aveva fatto sapere di essere pronta ad offrire 550 milioni di euro, ha disertato l'asta.
Secondo quanto reso noto da fonti del governo Samaras, l'agenzia preposta alle privatizzazioni non ha ricevuto nessuna offerta per la Depa e solo un'offerta per la società controllata, il gestore della rete dei gasdotti Desfa, dopo che la Gazprom ha ritirato la propria offerta.
Secondo i funzionari, parte della responsabilità del fallimento dell'asta è da attribuire all'antitrust europeo che avrebbe indotto la Gazprom a non procedere con la propria offerta avendo sollevato il timore di una eccessiva concentrazione di attività europee nelle mani del colosso russo.
In questo caso Gazprom avrebbe perso anche la forte somma della cauzione depositata presso l'agenzia delle privatizzazioni elleniche, necessaria per poter partecipare all'asta. Anche un'altra società russa, la Sintez, che aveva manifestato interesse per l'operatore del gas Desfa, ha ritirato la sua offerta.
Un portavoce di Gazprom ha invece motivato la decisione del gruppo russo di chiamarsi fuori dall'asta con i «rischi significativi» di un deterioramento della posizione finanziaria di Depa prima che si potesse arrivare alla conclusione dell'acquisizione.
Alla vigilia dell'asta Bruxelles aveva informalmente manifestato forti perplessità sulla cessione della Depa ai russi di Gazprom temendo un eccesso di concentrazione di potere contrattuale e nella formazione dei prezzi energetici nelle mani di Mosca.
L'asta deserta però è un brutto colpo per il processo di privatizzazioni greche. Dal 2010 ad oggi, la Grecia ha ripetutamente mancato gli obiettivi prefissati di privatizzazioni che avrebbero dovuto consentire di reperire 50 miliardi sul mercato di euro nella prima stesura del piano.
L'ultima versione del programma prevede ora privatizzazioni per 11,1 miliardi entro la fine del 2016 e il conseguimento di 25 miliardi entro il 2020 mentre per arrivare a 50 miliardi non é stato indicato una data ultima.
Per quest'anno la Grecia conta di cedere asset per 2,6 miliardi, la metà dei quali avrebbe dovuto venire proprio dalla vendita di Depa e Desfa, considerati i due gioielli più appetibili oltre alla cessione dell'ex aeroporto di Atene Ellenikos e di quello attuale oggi in mano ai tedeschi desiderosi di cederne il controllo.
Il governo Samaras comunque intende rilanciare le aste nelle prossime settimane e rende noto di considerare «soddisfacente» l'offerta ricevuta per Desfa dal gruppo petrolifero statale dell'Azerbaijan, Socar.
Una mossa che dovrebbe facilitare la scelta di Baku a favore del gasdotto Tap (Azerbaijan, Turchia, Grecia, Albania e Italia) rispetto al Nabucco, dove Atene è esclusa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi