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Questo articolo è stato pubblicato il 12 giugno 2013 alle ore 22:18.

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Gli avvocati italiani esprimono la loro solidarietà ai colleghi turchi, che si sono mobilitati per difendere i manifestanti e per questo sono stati arrestati. Per il segretario generale dell'Associazione nazionale forense Ester Perifano quanto accaduto ieri a Istanbul è «una pessima notizia per la democrazia turca e per il principio di indipendenza della giustizia dal potere politico».

L'Anf invierà alla rappresentanza diplomatica turca presente in Italia una nota di protesta per i gravi fatti accaduti. Il Consiglio nazionale forense, per voce del vicepresidente del Cnf Carlo Vermiglio sottolinea come «Il principio di autonomia e indipendenza di ogni singolo avvocato non può mai essere sacrificato per nessuna ragione di Stato, soprattutto quando si vuole imporla con la violenza e l'uso sproporzionato della forza. Ancora una volta, l'avvocatura subisce un grave attentato alla sua funzione primaria: la difesa dei diritti dei cittadini. Attentare ad essa significa attentare ai diritti stessi».

L'Unione camere penale, nell'esprimere estrema indignazione e piena solidarietà ai colleghi colpiti, sollecita il Governo ad intraprendere tutti i passi necessari per ripristinare la libertà professionale e la libera manifestazione del pensiero dell'avvocatura turca.

Secondo l'Organismo unitario dell'avvocatura, l'arresto degli avvocati a Istanbul «è un pessimo segnale per un paese ormai considerato europeo: la Turchia non può proseguire su questa strada, quella della negazione dei diritti». L'Oua chiede perciò l'intervento urgente dell'Italia e la condanna dell'Unione Europea.

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