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Questo articolo è stato pubblicato il 12 giugno 2013 alle ore 12:27.

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Sangalli (Confcommercio): «Se chiudono le imprese, chiude l'Italia»

«Senza impresa, non c'è nè crescita, nè occupazione. E se chiudono le imprese, chiude l'Italia. Teniamolo a mente». Toni preoccupati e richiami a non chiudere gli occhi davanti alla crisi caratterizzano i passaggi finali della relazione del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, all'assemblea annuale dell'associazione in corso oggi a Roma. Se il Nord del nostro Paese «é sull'orlo del baratro», ha ricordato Sangalli ai delegati, «il tonfo del Mezzogiorno é invece una realtà già conclamata e conclamata da tempo». «Quel che però più conta - ha aggiunto - é che, al Nord, al Centro, al Sud, si contrasta la caduta e si risale la china, soltanto tenendo unita - più unita - l'Italia».

Stop Iva a luglio? «Non lo posso dire»: contestato il ministro Zanonato
L'allarme lanciato da Sangalli - che in precedenza aveva ricordato l'emergenza consumi e il dramma dei negozi chiusi - si riflette sull'assemblea, che accoglie con una bordata di fischi e la dura contestazione dei presenti le parole prudenti del ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato sull'incremento dell'imposta sul valore aggiunto a luglio: «Dire che non aumenteremo l'Iva non lo posso fare». Per placare gli animi, è necessario un intervento dello stesso Sangalli.

Vie d'uscita? Il Governo "di servizio" agisca rapidamente e in profondità
Nel suo discorso, Sangalli ha ricordato alcune delle possibili vie d'uscita, come lo sblocco del cofinanziamento di parte nazionale a fronte dei fondi strutturali europei, che «consentirebbe di mettere in campo 31 miliardi di euro; risorse preziose anche per il nostro Mezzogiorno, dove il reddito pro capite é ormai inferiore a quello della Grecia ed il 40% delle famiglie é a rischio povertà, come ha ricordato il Censis». Si tratta, in altre parole, di promuovere un «cambiamento profondo delle politiche, in Europa ed in Italia». Per questo, aggiunge, «la missione fondamentale del "Governo al servizio dell'Italia e dell' Europa" - come lo ha definito il Presidente del Consiglio - sembra a noi chiarissima: agire con tempestività e agire in profondità».

Bene il decreto Imu, ora credit crunch e costi bancari
Tra le "azioni tempestive" che Sangalli riconosce al Governo Letta, c'è in particolare sospensione dell'Imu, ma, avverte, «bisogna ora proseguire con un'organica revisione della tassazione degli immobili» che prenda atto «dell'insostenibilità dell'attuale carico sugli immobili strumentali delle imprese, compresi negozi e alberghi, per i quali va consentita la deducibilità del reddito d'impresa e anche dell'Irap». Quella che non cambia è invece la morsa del credit crunch, che in Italia «permane e si aggrava». Da noi, denuncia il leader di Confcomemrcio, «i servizi bancari sono più cari che negli altri paesi europei. Una ragione in più per affrontare finalmente anche la riduzione dei costi che gravano sulla moneta elettronica».

La Caporetto dei consumi confermata dal boom delle chiusure
Altro fronte che richiede interventi immediati è quello dei consumi, cruciale per gli associati Confcommercio e per la sopravvivenza del "sistema Italia": per Sangalli, «sono tornati ai livelli del 2000», mentre gli investimenti pubblici sono arretrati ai livelli del 2003. Solo nel primo trimestre di quest'anno, ricorda ancora, «hanno chiuso i battenti più di 40mila imprese». La miscela perfetta per la crisi in atto arriva dal dato sull'occupazione: nel nostro Paese «l'area del disagio occupazionale riguarda ormai 9 milioni di persone», sottolinea Sangalli. «Si sono fatti ben sette i trimestri consecutivi di caduta del prodotto interno lordo», aggiunge e al primo trimestre di quest'anno, «la disoccupazione é cresciuta al 12,8%, quella giovanile ha raggiunto la quota del 41,9% e sono divenuti ben 2,2 milioni i giovani italiani che né studiano, né lavorano: un nostro drammatico record europeo».

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