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Questo articolo è stato pubblicato il 15 giugno 2013 alle ore 23:00.
L'ultima modifica è del 15 giugno 2013 alle ore 19:25.

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Istanbul, pomeriggio ad alto rischio per manifestazioni contrapposte dopo lo sgombero di Gezi Park

Questo pomeriggio è considerato ad alto rischio incidenti a Istanbul, dove sono state convocate quasi simultaneamente due manifestazioni di senso contrario, del partito governativo e dei manifestanti anti-Erdogan. Il partito islamico Akp del premier ha previsto una concentrazione con decine di migliaia di persone di appoggio a Recep Tayyip Erdogan. I manifestanti hanno convocato una manifestazione a Taksim - che però è presidiata da un massiccio dispositivo di polizia, che non ne consente l'accesso - per protestare contro il brutale assalto da parte delle forze anti-sommossa ieri a Gezi Park e chiedere le dimissioni del capo del governo. Sperano in un milione di dimostranti. Su twitter la manifestazione è stata convocata ieri con l'hashtag '#1MilyonYarinTaksimè (1 Milione Domani a Taksim).

Cosa è accaduto ieri sera
La polizia attacca Gezi Park e piazza Taksim a Istanbul per scrivere l'atto finale della protesta in corso da 18 giorni. Poco dopo le 20 ora italiana le forze dell'ordine hanno ripreso a utilizzare cannoni ad acqua e gas lacrimogeni liberando la piazza e isolandola prima di entrare nel parco dove si erano accampati gli ultimi manifestanti. In meno di un'ora gli agenti anti-sommossa hanno sgombrato Gezi per fare entrare le ruspe e smantellare la tendopoli.

Molte persone sono rimaste ferite e sono state portate nei vicini ospedali. Alcuni testimoni parlano di agenti violenti anche nei confronti di donne e bambini. Oltre 100 autobus erano stati parcheggiati nelle vicinanze per portare via le centinaia di manifestanti che sono stati fermati dalla polizia. La guerriglia si è spostata nelle strade adiacenti così come il fumo urticante dei lacrimogeni, usati in maniera massiccia.

A tarda sera, tuttavia, migliaia di persone si erano concentrate nel quartiere di Besiktas e tentavano di alzare nuove barricate. Secondo Vatan online, altre migliaia hanno lasciato Kadikoy, sulla sponda asiatica, e si sono avviate verso il ponte sul Bosforo per avvicinarsi a Taksim. Proteste spontanee sono in corso in altre città del paese. Migliaia di persone si sono riunite a Tunali e a Kugulu Park, nel cuore di Ankara.

L'attacco è scattato dopo che, appena un'ora prima, il primo ministro Recep Tayyp Erdogan, chiusa rapidamente una breve parentesi di distensione, aveva intimato agli ultimi manifestanti di andarsene. «Lo dico chiaramente: se la Piazza Taksim non sarà evacuata, le forze di sicurezza di questo Paese sapranno come fare», aveva avvertito Erdogan nel comizio davanti a decine di migliaia di sostenitori ad Ankara.

Il blitz ordinato dal premier riaccende la tensione nel paese. La piattaforma Taksim, che riunisce i 116 movimenti della protesta, ha convocato una manifestazione domani pomeriggio a Taksim, proprio mentre il partito di Erdogan terrà un secondo comizio che spera oceanico pure a Istanbul. Su twitter i manifestanti hanno lanciato appelli perché domani su Piazza Taksim converga un milione di persone.

Alla notizia dell'assalto contro Gezi Park, a migliaia sono accorsi verso Taksim, ma sono stati bloccati dalla polizia. Concerti di protesta di clacson e pentole sono scattati nella megalopoli del Bosforo, ma anche ad Ankara e Smirne. Nella capitale, centinaia di manifestanti si sono riuniti nel Kugulu Park, altro luogo simbolo della protesta dei giovani turchi.

Gli attivisti di Gezi in mattinata avevano annunciato che avrebbero proseguito l'occupazione. «Continueremo la nostra resistenza contro ogni ingiustizia che avviene nel nostro Paese. È solo l'inizio, la nostra lotta continuerà», recitava il comunicato diffuso dal gruppo Taksim Solidarity, il movimento più rappresentativo della protesta di piazza Taksim.

Soltanto ieri il governo aveva assicurato che di non volere avviare l'urbanizzazione del parco Gezi fino a che i tribunali non decideranno se fermare o meno l'opera. L'esecutivo aveva anche comunicato l'avvio di un'inchiesta sulla violenza della polizia durante le due settimane di manifestazioni e proteste. In più, era stato detto, anche in caso di via libera al progetto che comporta la distruzione del parco, l'esecutivo prevederebbe di convocare un referendum.

Questa la spiegazione di Huseyin Celik, portavoce dell'Akp, il partito di governo, dopo una riunione notturna con i rappresentanti dei manifestanti, che parrebbe superata dalle nuove dichiarazioni di Erdogan. Le comunicazioni del governo avevano dato un segnale positivo ai mercati finanziari e la Borsa di Istanbul, reduce da una serie di pesanti cali, aveva reagito bene, recuperando il 4,61%.

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