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Questo articolo è stato pubblicato il 17 giugno 2013 alle ore 06:38.

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Rossella Cadeo
Più di cinque reati al minuto, 320 all'ora, quasi 7.700 al giorno, per tutti i 365 giorni dell'anno. Visto da una prospettiva ravvicinata, il bilancio della criminalità in Italia nel 2012 conferma l'attuale percezione di insicurezza, alimentata anche dai recenti episodi di cronaca nera.
Tanto che nei giorni scorsi il titolare del Viminale, Angelino Alfano, ha annunciato «un piano per la sicurezza delle città» al quale sta lavorando insieme all'Anci e al ministro degli Affari regionali.
I numeri forniti dal ministero dell'Interno sui delitti commessi – e denunciati alle Forze dell'ordine – nel 2012 registrano però un aumento generale di "appena" l'1,3 per cento: circa 2,8 milioni contro i 2,76 milioni del 2011, 36mila in più.
Dall'analisi per territorio (si veda la tabella a fianco) e per tipologia di delitti (si vedano le tabelle sotto in questa e nella pagina precedente), il peggioramento è tuttavia molto più pesante, soprattutto per quanto riguarda i reati cosiddetti "predatori". Si tratta dei reati che incidono direttamente sui beni personali, maggiormente legati alle fasi di crisi economica e in grado di destare particolare preoccupazione nella collettività per le modalità in cui vengono portati a termine: con violenza nelle rapine e negli scippi, con subdola abilità nei borseggi o nei furti o nelle truffe.
Sul territorio
Per quanto riguarda le singole aree e calcolando il totale dei delitti in rapporto alla popolazione, le province più sotto pressione si confermano le grandi realtà come Milano (8.400 reati ogni 100mila abitanti), Rimini (che grande diventa d'estate con l'arrivo di turisti e rischi al seguito), Bologna e Torino (tutte oltre quota 7mila), Roma, Genova e Firenze (sopra 6mila). Ma mentre Milano e Genova registrano un miglioramento (rispettivamente del 2,3 e del 3,6%), negli altri capoluoghi l'allarme reati si è aggravato. Sul fronte opposto Matera, Oristano, Belluno restano le più serene sul fronte della sicurezza (sebbene le ultime due con un peggioramento da non sottovalutare).
Quanto al "volume" totale dei delitti, Roma supera (di poco) Milano (267mila contro 258mila), seguita a sua volta da Torino e Napoli. Isernia, Oristano ed Enna sono invece quelle dove si concentra il minor numero di fatti criminosi (sotto i 4mila casi).
Qualche sorpresa viene invece dalle variazioni. L'arretramento più forte lo registrano Bolzano, Siena e Gorizia: queste aree concordemente ritenute e percepite tranquille registrano infatti un aumento dei delitti denunciati intorno al 10%, una svolta che non le sposta comunque dalla parte "buona" della classifica. Di contro, le province che migliorano più spiccatamente sono Teramo, Sondrio e Macerata (tutte già con una bassa quota di reati).
Tipologia e trend
Quanto ai totali delle varie tipologie di delitti, va sottolineato che oltre la metà delle denunce riguarda la sottrazione di beni, i cosiddetti furti: oltre 1,5 milioni, in aumento del 4% rispetto al 2011. Tra le diverse categorie di furti (nei negozi, di ciclomotori, sulle vetture in sosta), spiccano i furti in casa sia come numero (quasi 237mila casi) sia come incremento (quasi il 16% in più). Seguono i borseggi, che si avvicinano a quota 150mila – segnando un 11% di aumento, ma restano ancora lontano dal picco del 2007 (oltre 160mila) – e le autovetture rubate (127mila, tuttavia in leggero calo, -0,4%). Sono poi salite dell'8% le frodi (quasi 114mila), del 5% le rapine (42mila casi) e del 14% gli scippi, arrivando a sfiorare i 20mila casi (si vedano le schede sotto).
Quanto agli omicidi, anche il 2012 – nonostante l'allarme diffuso – resta lontano dai picchi raggiunti in passato: nel 2012 ne sono stati perpetrati 523, contro i 550 del 2011 (-5%) e un centinaio meno rispetto al biennio 2006-2007.
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