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Questo articolo è stato pubblicato il 20 giugno 2013 alle ore 06:44.

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Innanzitutto non sarà un partito, né un movimento politico. Ma un'associazione aperta, più precisamente un think tank: l'ambizione è di replicare in Italia quello che negli Usa fa l'«Heritage foundation». Si chiama «Italia Aperta» - in onore della «società aperta» di popperiana memoria - e da oggi punta a diventare una nuova casa per i liberali italiani da dove pungolare le istituzioni a colpi di pagelle su leggi, decreti, disegni di legge, e dando voti anche a delibere regionali o provinciali in contrasto con quei principi che da Einaudi in poi sono stati troppo spesso calpestati nel nostro Paese: economia di mercato, libera iniziativa, concorrenza e merito. «È un po' quello che fa a livello giornalistico il Sole 24 Ore con il suo rating, noi per i nostri voti ci serviremo dell'indice di competitività usato dalla Banca mondiale», spiega Alessandro De Nicola, presidente dell'Adam Smith society e uno dei fondatori dell'associazione Italia Aperta che sarà ufficialmente presentata oggi a Roma. A fianco a lui ci saranno i rappresentanti di gran parte dei pianeti che orbitano nella galassia liberal italiana o che si riconoscono più semplicemente nella «visione liberale classica»: dal cofondatore Pietro Ichino che è anche senatore di Scelta civica come Benedetto Della Vedova anche lui tra i "costituenti", ai montezemoliani Irene Tinagli e Nicola Rossi, dagli economisti Carlo Scarpa, Enrico Musso e Ugo Arrigo (capolista di «Fare» in Lombardia) a Stefano Parisi presidente di Confidustria digitale. Ma tra le oltre centoventi firme già raccolte compaiono anche altri nomi del mondo imprenditoriale, accademico e politico: dal manager Chicco Testa al presidente di Assonime, Stefano Micossi, dal commissario dell'Antitrust, Salvatore Rebecchini, al senatore del Pd, Enrico Morando fino all'ex leader di Fare per fermare il declino, Oscar Giannino. E ancora: Giuliano Cazzola, Marina Salamon, Carlo Stagnaro, Stefania Giannini, Ilaria Borletti Buitoni e tanti altri.
L'obiettivo di fondo di Italia Aperta è quello di diventare «un vero e proprio strumento di aggregazione e visibilità per i liberali e di affinamento delle idee liberali nel nostro Paese sparse tuttora in differenti partiti, i cui risultati saranno a disposizione di chiunque», aggiunge De Nicola. Con l'idea però di non parlare di aria fritta, ma di lavorare su cose concrete, lavorando anche a livello territoriale, aprendo sezioni locali «perché ognuno avrà i suoi provvedimenti da commentare e cui dare il voto». Qualche esempio? Il Parlamento vara la riforma forense, che reintroduce le tariffe minime, vieta l'esercizio della consulenza stragiudiziale ai non iscritti all'Ordine e ripristina forti limitazioni alla pubblicità: «Il nostro voto sarà uno zero spaccato». Oppure: il governo decide di separare Trenitalia da Rfi e di privatizzare Trenitalia: «In questo caso il voto sarà 9». Infine, viene presentato un disegno di legge mirato a introdurre i principi della trasparenza totale nelle amministrazioni italiane sul modello dei Freedom of Information Acts: «il voto è 10». E così via. Un lavoro, questo, che dopo diversi mesi potrà anche trasformarsi in una sorta di programma elettorale «pronto - avverte De Nicola - per ogni elezione locale o nazionale da porre a disposizione di candidati o movimenti politici». L'associazione ad esempio sta già lavorando con i radicali per preparare alcuni quesiti referendari per correggere gli eccessi regolatori della legge Fornero. «Non vogliamo diventare un partito - assicura il presidente dell'Adam Smith Society - né vogliamo sovrapporci ad altre associazioni che hanno missioni diverse, come Italiafutura, puntiamo invece a far crescere un'area politico-culturale liberal democratica parlando a quegli elettori favorevoli all'economia di mercato ora sparsi in differenti partiti o rifugiatisi nell'astensione».
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IL THINK TANK
Cos'è «Italia Aperta»
È un'associazione di cultura politica di prospettiva liberale che sarà presentata oggi a Roma
e che punta a promuovere l'economia di mercato, la concorrenza, la libera iniziativa,
il merito e lo Stato di diritto
La missione
L'idea è monitorare le politiche nazionali, regionali, locali assegnando anche voti alle misure usando l'indice di competitività della Banca mondiale
Chi ha aderito
Tra i costituenti ci sono: Alessandro De Nicola, Pietro Ichino, Benedetto Della Vedova, Irene Tinagli, Nicola Rossi, Stefano Parisi, Enrico Musso

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