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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2013 alle ore 11:08.

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Cina, più strade per assorbire più macchine (di produzione nazionale)

PECHINO - La Cina ha stanziato ben 762 miliardi di dollari di qui al 2030 per migliorare le strade, decongestionare il traffico e assorbire le auto prodotte, meglio se cinesi. Perché la Cina, pur aprendo agli stranieri (l'ultimo arrivato il piano di Gm per le Cadillac superlusso) vive con un certo disappunto il fatto di doversi accontentare delle noccioline rispetto ai lauti profitti prodotti nel mercato dell'automotive.

Certo, sono un milione le macchine di Chery, Geely, Great Wall, Saic e Lifan esportate l'anno scorso nel mondo e molti test hanno verificato che la qualità di queste auto regge al confronto con quelle straniere prodotte in Cina.
Però i cinesi non amano molto le auto cinesi. Il che crea spazi enormi alle case straniere. Unica eccezione al gusto cinese i Suv di Great Wall fabbrica automobilistica dell'Hubei, che piace tanto ai cinesi e vende tantissimo.

Ma come si legge in un ampio servizio del settimanale The Economic Observer, la Cina soffre nel prendere atto che è cinese solo una macchina su tre e che i profitti cinesi sono solo un decimo delle auto prodotte. Il fatturato del settore è cresciuto del 4,7% nel 2011, ma i benefici per il 90% vanno a case straniere come Mercedes, General Motors, Toyota. Nel 2011 l'industria cinese ha totalizzato solo il 20% della torta.

Un mercato che non crescerà molto a partire dal 2030 e che va sfruttato adesso e quindi è adesso che le case cinesi devono spingere sull'acceleratore.
Il Governo di Pechino, quindi, rilancia gli investimenti per la rete stradale specie nelle zone più interne del Paese, ma in chiave urbanizzazione, uno dei capisaldi scelti nella politica di crescita dai nuovi vertici del partito. Ma anche nella speranza che tutto ciò sia utilizzato anche dalle case automobilistiche locali come volano per assorbire la produzione nazionale.

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