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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2013 alle ore 16:46.

Saccomanni, su Imu e Iva obiettivo larghe intese. Verso un rinvio a fine anno - Pressing Pdl: stop all'Iva o è crisi -Governo a caccia di 11 miliardi

Su Imu e Iva «stiamo studiando tutte le opzioni, l'obiettivo è quello di trovare il massimo di intesa possibile, le intese più larghe possibili». A ribadire la necessita di un'intesa politica su Imu e Iva è stato il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, che oggi partecipa all'Ecofin. Il ministro ha ricordato che il vincolo resta quello «di non creare nuovo debito e se possibile di promuovere un meccanismo di riforma che renda in futuro meno necessario e meno gravoso l'intervento delle finanze pubbliche su tutta una serie di attività che oggi direttamente o indirettamente fanno capo al bilancio dello Stato». Mercoledì prossimo il Consiglio dei ministri se e a quando rinviare l'aumento dell'Iva previsto per il primo luglio.L'ipotesi più accreditata è uno slittamento di almeno tre mesi o forse a fine anno.

I fondi per la cassa integrazione
Il ministro ha commentato anche in tema di cassa integrazione, spiegando che i fondi per finanziare la Cassa integrazione sono già stati «trovati fino alla fine di quest'anno». Poi ha aggiunto: «speriamo che l'anno prossimo con la ripresa dell'attività economica si riduca il costo».

Aumento dei tassi e tensioni globali
L'aumento dei tassi di questi giorni é il frutto di «tensioni chiaramente di carattere globale che vengono dall'esterno e non sono ingenerate da fattori europei», ha spiegato il ministro.

Dopo l'uscita dalla procedura di deficit
Con l'uscita dell'Italia dalla procedura di deficit eccessivo sancita oggi dall'Ecofin «siamo tutti più sollevati». La conseguenza per il Paese é che «si apre intanto il fatto di non avere più un monitoraggio serrato delle nostre politiche, un maggiore grado di libertà e la possibilità di una maggiore attenzione per gli investimenti per promuovere riforme di carattere strutturale». Saccomanni ha infine osservato che le raccomandazioni associate al termine della procedura di deficit eccessivo «sono in linea con le scelte programmatiche del Governo, vanno nella direzione voluta». Per altri paesi, aggiunge Saccomanni, sono molto «pregnanti ed incisive e si chiede loro di fare riforme come quella delle pensioni che noi abbiamo già fatto».

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