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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2013 alle ore 13:59.

Da quelle parti, là dove un anno fa la terra tremò due volte in 10 giorni e rase al suolo interi paesi, si dice che se ti bruci con l'acqua calda, poi hai paura anche di quella fredda. Così poco importa a modenesi, reggiani e bolognesi se l'epicentro del terremoto di questa mattina è stato localizzato a qualche centinaio di chilometri di distanza, in Lunigiana, di là dagli Appennini, importa invece che alle 12.33 hanno riconosciuto quello stesso boato e sentito ancora una volta la terra tremare sotto i loro piedi.
Nessun danno, per ora, sembra esserci in Emilia, solo panico, quella stessa sensazione di paura folle che ha fatto di nuovo saltare la gente giù dalle sedie scappare in strada. Facce cadaveriche e occhi sgranati, qualcuno che piange. Uomini in giacca con la cravatta allentata e il sudore che cola dalla fronte che stanno attaccati al cellulare per trovare qualche notizia sulla scossa. Mamme con i bambini in braccio, scese da casa in ciabattine: le facce sono sempre le stesse, si riconoscono nella paura che da un anno accompagna le loro giornate.
A Reggio Emilia è stata evacuata la sala del Tricolore, in Municipio, pochi attimi prima che prendesse la parola il ministro Joesfa Idem, invitata a un dibattito sulle donne; a Bologna sono stati sospesi i lavori del consiglio comunale.
"Che botta", scrive su Facebook una commercialista ferrarese, confermando che la scossa si è sentita anche nelle terre estensi, "Basta, non ce la faccio più", singhiozza al telefono una giovane donna bolognese vestita di nero parlando con il marito che, si scopre essere via per lavoro. "Come farò a dormire questa notte – si lamenta – l'anno scorso ho sofferto di insonnia per un mese dopo il terremoto, mi marito dormiva con un martello sul comodino perché, diceva, che se ci fosse cascata la casa addosso potevamo usarlo per farci largo tra le macerie. Non ce la faccio più, dormirò in macchina, almeno lì mi sento un po' più sicura".
Mezzora dopo la scossa la gente ritorna in casa e negli uffici abbandonati con le porte spalancate e l'aria condizionata a palla. Per oggi la normalità è andata, resta la paura di tornare e scoprire una crepa su un muro che prima non c'era.
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