Papa Francesco. I cento giorni di Bergoglio
6. Papa Francesco: "Servono pastori e non pettinatori di pecore"

In questi tre mesi Papa Francesco ha sedotto i cuori e scosso le coscienze, per trasformare il popolo di Cristo in una massa in movimento, in direzione del cammino della fede. Numerosi gli interventi sui rischi della secolarità, che allontanano da Dio. Solo pochi giorni fa, davanti a 15mila fedeli raccolti nell'Aula Paolo VI, Bergoglio ha lanciato un altro messaggio di incitamento ai cattolici, per una maggiore partecipazione come persone di fede nella vita pubblica: "Un cristiano se non è rivoluzionario, non è un cristiano. Sono tanti i rivoluzionari nella storia - ha aggiunto il Papa parlando a braccio - ma nessuno ha avuto la forza di questa rivoluzione che ci ha portato Gesù. Una rivoluzione per cambiare la storia che cambia in profondità il cuore dell'uomo. Le rivoluzioni della storia hanno cambiato i sistemi politici ed economici ma nessuna di esse ha cambiato il cuore dell'uomo". Il Papa è poi tornato a sferzare i cattolici, censurando "le comunità cristiane che si sono chiuse in parrocchia". "Prima di tutto – ha spiegato – bisogna andare dai poveri, verso le periferie esistenziali, dalla povertà fisica e reale alla povertà spirituale, che è pure reale". Fino all'invito di "essere pastori, non pettinatori di pecore" come richiamo a tutti i cristiani di farsi portavoce della parola di Cristo.
Parole che hanno alimentato una nascente leggenda del Papa francescano e fustigatore dei vizi vaticani, fino alla frase – mai confermata - sulla lobby gay in Vaticano. Cento giorni probabilmente non sono sufficienti per cambiare la Chiesa ma per cambiare il cuore delle persone sicuramente sì.
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