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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2013 alle ore 14:40.

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Benzina, in arrivo un miniaumento delle accise da 75 milioni

Il mini-aumento della benzina, confermato con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del "decreto del fare", rischia di diventare un caso politico. Dopo le prime proteste targate Lega, ieri anche alcuni parlamentari del Pdl hanno fatto sapere di non essere intenzionati a votare il provvedimento se non verrà corretto. «Di tutto ha bisogno l'Italia – commenta Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze della Camera – tranne che di aumenti fiscali di qualunque tipo, e meno che mai su beni storicamente gravati da sistematici incrementi dell'imposizione». Sulla stessa linea anche Giancarlo Galan, presidente della commissione Cultura della Camera, e le deputate Gabriella Giammanco, Elvira Savino, Deborah Bergamini.

All'articolo 61 che fissa le coperture (si veda Il Sole 24 Ore del 21 giugno), il decreto include per il 2014 anche l'aumento dell'aliquota dell'accisa sulla benzina e di quella sul gasolio usato come carburante. La misura dell'aumento sarà stabilita con provvedimento dell'Agenzia delle dogane da adottare entro il 2013, in modo tale da determinare maggiori entrate per 75 milioni nel 2014. La norma prevede la possibilità del rimborso degli incrementi dell'accisa per gli autotrasportatori, nel caso di mezzi di almeno 7,5 tonnellate, e per il trasporto pubblico locale. Il mini-aumento dei carburanti concorre insieme ad altre voci alla copertura di diverse misure: nuova "legge Sabatini", rinvio della Tobin tax, credito d'imposta per il cinema, fascicolo elettronico sanitario, investimenti per la sicurezza dei porti. Ma anche l'annullamento o alleggerimento (entro i 20 metri) della tassa di stazionamento per la nautica da diporto che costerà 1,2 milioni nel 2013 e 11,9 milioni a decorrere dal 2014. Proprio l'associazione tra taglio dell'imposta sul lusso introdotta dal Governo Monti e aumento dell'accisa sulla benzina rischia di rendere particolarmente impopolare l'intervento, sebbene di dimensioni contenute. Senza contare il possibile effetto psicologico negativo del combinato aumento dell'Iva (nodo ancora irrisolto)-incremento dell'accisa.

Va comunque detto che la maggior parte delle coperture del Dl, che costa nei primi dieci anni poco più di 600 milioni, è rappresentato dall'estensione della Robin tax alle imprese energetiche minori. Il resto arriverà da tagli all'otto per mille (per circa 10 milioni) e ai fondi per l'adeguamento al piano frequenze delle emittenti tv, dai «Fondi di riserva e speciali» dello stato di previsione del ministero dell'Economia e dalla norma che dispone che l'Iva non è rimborsabile nei confronti delle agenzie di viaggio stabilite fuori dall'Unione europea.

Resta un rebus invece la stima, diffusa dal ministro dello Sviluppo economico, di 550 milioni di risparmi annui per la bolletta elettrica degli italiani. La relazione tecnica non quantifica i risparmi che si potranno avere dall'attenuazione dei sussidi Cip6 e dall'abrogazione dell'aumento degli incentivi all'elettricità prodotta da biocombustibili liquidi (come l'olio di palma). Si calcolano solo le maggiori entrate che deriveranno dall'estensione della Robin tax (150 milioni nel 2015 e 75 milioni a decorrere dal 2016) ma al tempo stesso si destinano queste risorse a coprire prevalentemente altre misure del decreto.

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