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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2013 alle ore 08:17.

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Insulti alla Idem, Borghezio nella bufera

Il ministro Josefa Idem, nell'occhio del ciclone per irregolarità fiscali, resta al suo posto. Anche davanti alle sollecitazioni di parte del mondo politico - Sel e Scelta civica in primis più un altro gruppetto composito di parlamentari fra cui il senatore Carlo Giovanardi - perché vengano forniti ulteriori chiarimenti sull'accaduto, la campionessa non intende fare passi indietro. C'è l'ammissione dell'errore, dovuto esclusivamente all'attività dei consulenti e di cui lei era in ogni caso allo scuro («se avessi immaginato di avere in carico qualche irregolarità amministrativa non avrei accettato di fare il ministro»). E, perciò, si dice disposta a riparare pagando «con gli interessi» come ogni qualunque altro cittadino. Non di più: la sua onestà è fuori discussione.

Per altre ragioni incidentalmente la vicenda si sposta di piano e al ministro arriva la solidarietà unanime dei partiti. Tutto si deve alla (non certo nuova) veemenza verbale dell'europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio. In riferimento all'episodio (poi smentito dallo stesso) Borghezio si è infatti lasciato andare a un'espressione assai poco onorevole nei confronti di Idem con tanto di evocazione della buona e giusta «gogna». Parole così sopra le righe da unire il fronte dei censori di ogni colore politico: «Forse le vere puttane non sono quelle che esercitano la professione, sono quelle piene di ipocrisia, politicamente parlando, che dicono una cosa e ne fanno un'altra».

A nome dello stesso Carroccio il deputato Gianluca Pini prende le distanze dal collega di partito («rispettiamo il ministro Idem come donna e atleta»). Ancora più fermamente esprimono biasimo personaggi di primo piano, dalla portavoce dei deputati Pdl ed ex ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna alla presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Anna Finocchiaro (Pd).

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