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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2013 alle ore 08:14.

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LUSSEMBURGO. Dal nostro inviato
Con l'uscita dell'Italia dalla procedura di deficit eccessivo sancita ieri dall'Ecofin «siamo tutti più sollevati», ha commentato il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni in conferenza stampa a Lussemburgo, ai margini del vertice europeo. Finito «il monitoraggio serrato delle nostre politiche», inizia «un maggiore grado di libertà e attenzione agli investimenti per promuovere riforme strutturali». Ma il ministro ha subito precisato che gli spazi di manovra restano stretti, e solo «in linea di principio sotto il 3% possiamo fare quello che ci pare»: quel 3% non si può più sforare e il vincolo è quello di «non creare nuovo debito». Su Iva e Imu, il ministro si è limitato a dire che si stanno «studiando tutte le opzioni», senza rispondere a domande sull'eventuale slittamento del rincaro Iva a luglio.
«L'aumento dell'Iva vale 2 miliardi» per il 2013 se partisse al primo luglio come previsto. Se durasse «la metà del tempo, solo tre mesi, costerebbe un miliardo», ha rimarcato Saccomanni. L'obiettivo, ha aggiunto, è «trovare le intese più larghe possibili per non creare nuovo debito e promuovere un meccanismo di riforma che renda in futuro meno necessario e meno gravoso l'intervento delle finanze pubbliche su attività che fanno capo al bilancio dello Stato».
Le raccomandazioni della Ue all'Italia, nell'ambito della chiusura della procedura di deficit eccessivo, «sono del tutto in linea con le scelte programmatiche del Governo», ha detto, «vanno esattamente nella direzione voluta». Sulla fiscalità (ridurre le tasse sul lavoro spostandole su Iva e la tassazione delle proprietà immobiliari) le raccomandazioni «sono assolutamente condivisibili». L'Italia, ha ricordato, é promotrice di «una rivisitazione della strategia europea» senza però richieste di «concessioni particolari». Tra le proposte in discussione, quella di «scomputare il cofinanziamento nazionale dei progetti europei, l'anticipo del meccanismo di garanzia per l'occupazione giovanile e l'uso accelerato su fondi già stanziati». L'Italia secondo Saccomanni deve concentrarsi sui fondi comunitari già disponibili: «siamo indietro nell'uso di quelli computati e autorizzati e a breve scade il periodo della programmazione».
«Il Governo ha trovato i soldi per pagare la cassa integrazione fino alla fine dell'anno - ha detto -. Per il 2014 speriamo che la ripresa dell'attività economica riduca il conto». La tensione di tassi e spread, è «chiaramente di carattere globale, viene dall'esterno; non ci sono fattori europei» ma «l'incertezza si ripercuote maggiormente su chi ha debito più alto». Infine, sulla lotta all'evasione fiscale, Saccomanni ha confermato che si va verso la linea dello scambio automatico di informazioni promossa dall'Italia, che il clima sta cambiando anche in Svizzera e per questo «sono possibili accordi diversi» per opporre la trasparenza alla segretezza.
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