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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2013 alle ore 08:14.

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Startup con Fondo di garanzia

La macchina attuativa del pacchetto startup fa un altro passo avanti. Il Consiglio di Stato ha espresso parere positivo sul decreto ministeriale che regola l'intervento del Fondo di garanzia Pmi e già all'inizio della prossima settimana il provvedimento dovrebbe essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Da ieri, intanto, è disponibile online sul sito del ministero dello Sviluppo economico il modulo di domanda in formato elettronico per l'iscrizione al Registro degli incubatori.

Entro giugno si attende il regolamento Consob sul crowdfunding per facilitare la raccolta di capitale di rischio attraverso piattaforme online. Ai primi di luglio, invece, dovrebbe svolgersi una riunione tecnica con la Commissione europea per ottenere il via libera definitivo al decreto che sblocca le agevolazioni fiscali per gli investitori (la notifica è formalmente già partita).
La tabella di marcia sembra finalmente definita dopo un percorso non poco accidentato, iniziato con l'approvazione, lo scorso ottobre, delle norme contenute nel decreto crescita bis. Da allora non sono mancate divergenze di vedute sui provvedimenti attuativi tra i due ministeri impegnati in prima fila sul tema, Sviluppo economico ed Economia. Solo nei giorni scorsi, ad esempio, è arrivato il placet definitivo del Tesoro al testo che stabilisce criteri e modalità semplificati di accesso al Fondo di garanzia per startup innovative e incubatori certificati.

Lo sblocco del decreto interministeriale, annunciato dal ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato, consentirà l'accesso allo strumento a titolo gratuito e senza valutazione dei dati contabili di bilancio. Il Fondo potrà concedere garanzia diretta su finanziamenti delle banche fino al l'80% dell'ammontare del l'esposizione per capitale, interessi, contrattuali e di mora. La stessa percentuale si applica nel caso di controgaranzia, ovvero quando in prima battuta l'importo è garantito da un confidi o da un altro fondo di garanzia. L'importo massimo garantibile, per singola startup innovativa o incubatore certificato, è pari a 2,5 milioni di euro, il limite massimo previsto dalla normativa sul Fondo.
L'unico adempimento richiesto è la presentazione di una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà che attesti l'iscrizione nella sezione speciale del Registro delle imprese per le startup (oggi figurano circa 900 aziende) o in quella per gli incubatori.
In fase applicativa, ci sarà probabilmente ancora un punto da chiarire. Il decreto infatti stabilisce che alle richieste di garanzia delle startup e degli incubatori è riconosciuta priorità nell'istruttoria e nella presentazione al Comitato di gestione del Fondo. Nel frattempo però, nel decreto "del fare" approvato una settimana fa dal consiglio dei ministri è stata inserita una norma che assegna la priorità ai finanziamenti relativi alla nuova "legge Sabatini". Quale dei due strumenti avrà davvero la corsia preferenziale?
Nessuna incertezza, intanto, per gli incubatori che intendono autocertificarsi per iscriversi nell'apposita sezione del Registro delle imprese.

Da ieri sono disponibili online sia una guida sugli adempimenti societari da rispettare sia il modulo di domanda in formato elettronico predisposto dalle Camere di commercio e dal ministero.
Conclusa la parte attuativa, servirà sicuramente ancora qualche mese per valutare i risultati che le norme del decreto crescita bis potranno favorire. «Occorrerebbe anche un impegno politico forte su questo tema – osserva Stefano Firpo, capo delle segreteria tecnica dello Sviluppo economico –: fare delle startup una delle proposte italiane al prossimo Consiglio europeo che avrà al centro il tema dell'occupazione e dell'imprenditorialità giovanile».

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