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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2013 alle ore 19:53.

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Processo Ruby, nel pomeriggio (forse) la sentenza

Conto alla rovescia per la sentenza del processo sul Caso Ruby in cui Silvio Berlusconi risponde di concussione e prostituzione minorile. Lunedì, infatti, dopo una cinquantina di udienze e 27 mesi di dibattimento, i giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano, salvo colpi di scena, entreranno in camera di consiglio per uscire, probabilmente nel pomeriggio, con la sentenza che, ancora una volta, farà il giro del mondo conquistando le prime pagine dei siti web, delle tv e dei quotidiani.

Da quanto si è saputo, il procuratore aggiunto Ilda Boccassini, che con il pm Antonio Sangermano ha sostenuto l'accusa e ha chiesto per l'ex premier sei anni di carcere,
altrettanti di interdizione legale e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, non dovrebbe essere in aula. Al suo posto, a fianco di Sangermano che non farà alcuna replica alle arringhe dei difensori, ci sarà il Procuratore della Repubblica Edmondo
Bruti Liberati. Il collegio potrà così entrare subito in camera di consiglio.

Sono attesi invece moltissimi giornalisti, viste anche le richieste di autorizzazione per l'accesso in aula durante la lettura del dispositivo: a fianco di quelle di quasi tutti i
mass media italiani, ci sono quelle dei mass media esteri come tv giapponese, russa e tedesche, Al Jazeera, la Cnn e Sky Londra. Ma le telecamere, per una questione di sicurezza, non sono state ammesse dalla Procura generale. Unica ad avere il via
libera per le riprese in diretta è la Rai, la quale trasmetterà via satellite il segnale per consentire a tutte le emittenti televisive che hanno fatto o faranno richiesta di
collegarsi e che, pertanto, saranno piazzate con fly e paraboliche fuori dal Palazzo di Giustizia. Solo in mattinata, poi, si scoprirà se i fotografi sono ammessi con l'attrezzatura o, come è sempre stato in questo processo, solo con i dispositivi telefonici in grado di fare riprese e foto. In aula poi è attesa la presenza, tra il pubblico, di qualche politico azzurro a livello locale.

Fuori, invece, davanti al palazzo di Giustizia, non è escluso possa arrivare qualche drappello di fan di Berlusconi pronti a manifestare contro i giudici milanesi "persecutori" del Cavaliere. Lui invece dovrebbe attendere l'esito della sentenza ad Arcore con i suoi più stretti collaboratori e la fidanzata Francesca Pascale. Non si esclude venga anche raggiunto dai 'falchì del Pdl con cui poi, in base alla sentenza, potrebbe già cominciare a pianificare la futura strategia politica e giudiziaria.

Attesi a Villa San Martino anche i suoi difensori i quali, nei giorni scorsi, hanno depositato al collegio altre memorie. Ruby, invece, rimarrà a Genova mentre il suo legale, l'avvocato Paola Boccardi, sarà impegnata fuori Milano per un altro processo.
Quanto al toto-sentenza inutile azzardasi a fare previsioni. Di certo sulla valutazione, accanto ovviamente agli elementi portati da accusa e difesa, peserà lo 'spacchettamentò del reato di concussione (è stato scisso in concussione per costrizione e per induzione) previsto dal decreto anticorruzione che porta il nome dell'ex guardasigilli Paola Severino. Rimane anche un'incognita su come il collegio risolverà la questione
di tutti quei testimoni, in particolare le giovani ospiti, a "libro paga" dell'ex premier o "costretti a mentire", come ha denunciato in aula Ilda Boccassini.

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